Le case distrutte non caddero, mille ordinanze di demolizione
Gli amministratori Cruder e Cum raccontano la tragedia nel Tarcentino
UDINE. La sera del 6 maggio calò il sipario non solo sul cinema Margherita, ma anche sulla Perla del Friuli. Tarcento il giorno dopo la terribile scossa di terremoto che sconvolse il Friuli, sembrava un campo di battaglia. Le case e i palazzi del centro storico erano tutti lesionati, nelle frazioni il destino degli edifici si riassumeva in un’unica parola: demolizione.
Le ruspe entrarono in azione qualche settimana più tardi. Quasi un migliaio le ordinanze di demolizione firmate dai...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto