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Addio a Roberto Colaninno: dall’Olivetti alla scalata Telecom fino alla Piaggio, un protagonista della finanza italiana

La sua carriera è iniziata nel 1969 alla Fiaam Filter, azienda di componenti auto della sua città di origine.

MANTOVA. È morto a 80 anni Roberto Colaninno, l'imprenditore nato a Mantova protagonista per anni del mondo della finanza e dell'industria italiana. La sua carriera è iniziata nel 1969 alla Fiaam Filter, azienda di componenti auto della sua città di origine. Nel 1981 aveva fondato Sogefi, società poi entrata nell'orbita della Cir dell'ingegnere Carlo De Benedetti.

E' però il mondo della tecnologia, tra informatica e telefonia, che lo porta a scalare la vetta della finanza italiana. Nel 1995 Colaninno da amministratore delegato di Olivetti, trasforma la società in una holding di telecomunicazioni e nel 1998 vende Omnitel, che ai tempi era il secondo operatore dietro a Telecom, al colosso tedesco Mannesman per oltre 7 miliardi.

La scalata a Telecom

L'anno dopo inizia l'avventura che porta Colaninno a conquistare Telecom, con uno strascico di polemiche che non sono mai cessate nel corso degli anni. il 20 febbraio 1999 arriva l'opa ostile di Olivetti sulla totalità delle azioni di Telecom Italia. Sulle prime la Consob giudica «non corretta» la comunicazione sull'offerta da parte di Olivetti e boccia l'operazione. Ma tempo una settimana e arriva il via libera da parte dell'authority di borsa.

L'allora Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, spiega che il governo italiano rimarrà neutrale, e per anni si sosterrà che le scelte (o le non-scelte) dell'esecutivo siano state determinanti. D'Alema definisce gli imprenditori della scalata "capitani coraggiosi" appellativo passato alla storia. .

La Olivetti via Tecnost di Colaninno riesce a conquistare il 52% e Roberto Colaninno diventa il nuovo presidente e amministratore delegato di Telecom Italia. Ma i calcoli sulla gestione del debito e sui flussi di cassa non sono stati fatti bene. Dell'esborso di circa 30 miliardi, circa la metà proviene dalla vendita di Omnitel e Infostrada a Mannesmann. Il resto, ossia 16 miliardi, sono soldi a debito che Olivetti ottiene da un pool di banche internazionali. Tecnost però è solo la base della piramide. Sopra Tecnost c'è Olivetti e più su nella catena di controllo ci sono Bell (una scatola lussemburghese) e poi la Hopa di Chicco Gnutti e soci e la Fingruppo di Colaninno.

Telecom Italia vede più che raddoppiare il peso dei suoi debiti finanziari: passano da 8 miliardi a 19 miliardi nel 2000 per poi salire ancora verso quota 24 miliardi nel 2001 e nel frattempo i dividendi raddoppiano a quota oltre 2,3 miliardi l’anno.

La fine di Telecom e la nuova era di Piaggio

L'avventura di Colaninno e dei capitani coraggiosi finisce nel 2001 quando nella storia di Telecom subentra Pirelli. Nel 2002 l'imprenditore mantovano compra Immsi, trasformata subito in una holding con cui l'anno dopo rileva la maggioranza di Piaggio, tornando in qualche modo al mondo dei motori da cui era iniziata la sua carriera.

A fine 2004 la società cresce e amplia il perimetro industriale grazie alle operazioni di acquisto dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi, con cui Piaggio entra nel business delle moto. Nel 2006 Colaninno porta il gruppo alla quotazione, operazione che permette di ridurre sensibilmente il debito. Da allora il gruppo Piaggio è cresciuto quasi incessantemente arrivando nel 2022 a registrare il bilancio record della sua storia con ricavi superiori a 2 miliardi di euro e utili per quasi 85 milioni.

Pubblicato su Il Messaggero Veneto