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Chiese in Provincia di Gorizia - città di Sagrado: Chiesa di San Nicolò Vescovo
Chiesa di San Nicolò Vescovo
S. Nicolò Vescovo
Dettagli
La chiesa attuale di San Nicolò è frutto della ricostruzione effettuata negli anni Venti del Novecento a seguito degli ingenti danni riportati dall’edificio durante la prima guerra mondiale. La nuova chiesa fu eretta sul medesimo sito della precedente, riproponendo lo stesso disegno sia in pianta che in alzato. Il suo aspetto propone uno stile eclettico di fine Ottocento, con riferimenti al romanico e al neoclassico. L’interno è sobrio e non si segnalano elementi che denotino dei pregi artistici, né per l’apparato decorativo opera di un artista locale, né per l’apparato liturgico. Come per l’esterno, l’assetto si rifà a quello della precedente chiesa ed anche alcuni elementi, come l’altar maggiore, parzialmente distrutto durante la Grande Guerra, furono ricostruiti su modello dei precedenti.
Preesistenze
La statua di San Nicolò di Bari che dal 1942 trova posto nella nicchia in facciata proviene dalla precedente chiesa di San Nicolò dov’era collocata sull’altare maggiore. La chiesa di Sagrado in origine è sorta come cappella cimiteriale - da questa anche la dedicazione a Sant’Anna – in quanto vi venivano sepolti principalmente coloro che trovavano la morte nell’attraversamento dell’Isonzo. Fu a partire dal Settecento che la chiesa, completamente rifatta ed ampliata, iniziò ad assolvere alle funzioni di culto per gli abitanti della località. In questo periodo all’intitolazione originaria fu affiancata quella di San Nicolò di Bari, che sostituì definitivamente la prima dal 1738. La chiesa all’interno ospitava tre altari di legno; l’altare maggiore, dedicato al santo patrono, fu sostituito con uno marmoreo nel 1757; gli altri due altari, dalla relazione della visita pastorale di Carlo Michele d’Attems del 1753, si apprende che erano dedicati a Sant’Anna e alla Natività della Beata Vergine; a questi furono aggiunti altri due altari laterali. Sul finire del secolo accanto alla navata fu eretta anche la torre campanaria. Durante l’Ottocento la chiesa fu dapprima ampliata con la costruzione di due cappelle laterali a fianco della facciata che, tra la fine del secolo e l’inizio di quello successivo, furono conglobate nelle navate laterali. Durante la prima guerra mondiale andò quasi interamente distrutta.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un sagrato, delimitato da un muretto in pietra recentemente parzialmente demolito su un lato, a cui si accede da un’imponente scalinata che dalla pianura sale lungo il declivio fino alla chiesa, ubicata in posizione sopraelevata rispetto al paese, sulle pendici del Carso. L’edificio, rialzato dal sagrato da quattro gradini, è orientato ad Est ed è caratterizzato da una configurazione planimetrica composta da un’aula a pianta rettangolare, divisa in tre navate da due file di tre archi ed un portale, e di un presbiterio a base quasi quadrata, largo come la navata centrale e concluso sul fondo da un’abside semicircolare dal diametro più stretto. A destra del presbiterio vi è la sacrestia a pianta rettangolare, a sinistra, simmetrico alla sacrestia, un locale adibito a magazzino. Sul lato destro della chiesa, addossato al fianco della sacrestia ma con struttura autonoma, si erge il campanile. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 22,40 ml; larghezza 15,60 ml e altezza navata 8,89 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame, interamente intonacate e tinteggiate in colore crema, mentre le modanature sono differenziate con il colore beige. La facciata, a salienti, è tripartita verticalmente da un doppio ordine di lesene coronate da capitelli ionici ellenistici; l’ordine inferiore è costituito da lesene binate agli estremi e da semilesene che separano internamente le fasce: sopra vi corre una trabeazione, caratterizzata da fregio liscio e cornici lievemente modanate, estesa su tutta la facciata, da cui si innalzano le falde di copertura laterali; la parte centrale, più alta, è definita da due coppie di lesene di ordine gigante, impostate sopra un alto
1711 - 1711 (preesistenza intero bene)
Rifacimento ex novo della chiesa, sul medesimo sito della cappella di Sant’Anna - la data era riportata nella nicchia sull’altare della Madonna e fu visibile sino al 1901.
1711 - 1738 (intitolazione intero bene)
All’intitolazione originale di Sant’Anna venne affiancata per un certo periodo quella di San Nicolò di Bari, sostituendo definitivamente la prima dal 1738.
1757 - 1757 (preesistenza interno della chiesa)
In occasione dell’elevazione della chiesa a curazia, dipendente sempre dalla chiesa madre di San Pier d’Isonzo, avvenuta il 14 aprile 1757, l’altare maggiore ligneo fu sostituito con uno nuovo in marmo. Nella chiesa vi erano altri due altari, lignei, dedicati a Sant’Anna e alla Natività della Beata Vergine.
1783 - 1783 (preesistenza esterno della chiesa)
Erezione del campanile, a destra del corpo della navata; nella cella erano ospitate tre campane e sul fusto fu collocato un orologio. La data di costruzione della torre era attestata da un’epigrafe andata persa nella prima guerra mondiale.
1789 - 1789 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa.
1796 - 1798 (preesistenza interno della chiesa)
Collocazione dell’altare laterale di San Rocco, proveniente dall’omonima chiesetta a Gradisca, soppressa in seguito alla riforma attuata da Giuseppe II e dell’altare della Beata Vergine del Carmelo, acquistato dalla chiesa di San Giovanni al Faro di Aquileia, anch’essa soppressa.
1807 - 1807 (completamento esterno della chiesa)
Realizzazione di una scalinata che dalla strada, percorrendo il declivio del colle, conduceva al sagrato della chiesa – la data era attestata da un’iscrizione andata perduta durante la prima guerra mondiale.
1812 - 1812 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa, avvenuta il 1.o marzo 1812 – si veda la scritta incisa nella pavimentazione del sagrato. Questa riconsacrazione avvenne probabilmente in seguito a qualche profanazione da parte dei francesi.
1816 - 1816 (ampliamento intero bene)
Costruzione di due cappelle laterali in prossimità dell’ingresso; la cappella a destra era dedicata alla Madonna Lauretana, con l’altare e la statua del XVI secolo trasportati dalla chiesa di San Giovanni di Duino a quella di Sagrado nel 1816 per volontà di Raimondo IX della Torre; la cappella a sinistra era vuota.
1837 - 1837 (completamento interno della chiesa)
Erezione della cantoria sopra l’ingresso; l’organo fu installato solo nel 1873.
1892 - 1892 (rifacimento con ampliamento intero bene)
La chiesa fu ampliata con la costruzione delle navate laterali, andando ad occupare l’area del cimitero, trasferito in un altro sito nel 1884.
1895 - 1895 (avvicendamenti intero bene)
La chiesa di Sagrado fu elevata a curazia indipendente nel 1786, poi, dal 1789 fu sottoposta alla parrocchia di Gradisca e ritornò ad essere curazia indipendente nel 1895.
1901 - 1901 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu riconsacrata dall’Arcivescovo di Gorizia cardinale Giacomo Missia il 20 ottobre 1901 - si veda la scritta incisa nella pavimentazione del sagrato. Vi era inoltre un’epigrafe posta sul muro della chiesa che testimoniava l’evento ma questa andò perduta nella prima guerra mondiale.
1923 - 1923 (costruzione intero bene)
Ricostruzione della chiesa, sul loco della precedente, in seguito agli ingenti danni riportati nella prima guerra mondiale.
1923 - 1923 (decorazione interno della chiesa)
Realizzazione delle pitture della chiesa e dell’affresco nel soffitto della navata eseguiti dal pittore Corrado Zimolo.
1923 - 1923 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa e dell’altare maggiore, impartita dall’Arcivescovo di Gorizia, Francesco Borgia Sedej, il 24 giugno 1923.
1923 - 1930 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione del pulpito nella navata di destra, a fianco dell’arco santo (1923) e delle nicchie marmoree degli altari laterali ad opera di Novelli, dove fur