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Chiese in Provincia di Gorizia - città di Farra D'isonzo: Chiesa di Santa Maria Assunta
Chiesa di Santa Maria Assunta
S. Maria Assunta
Dettagli
L’attuale parrocchiale di Farra fu eretta nel 1728 accanto alla precedente chiesa, sull’area occupata dal cimitero. Nel corso del secolo, come si apprende dalla relazione della visita apostolica dell’arcivescovo Carlo Michele d’Attems del 1759, la chiesa fu completata con l’altare maggiore dedicato all’Assunta e con quelli laterali di Sant’Antonio Abate e Sant’Antonio di Padova, successivamente sostituiti con l’altare di San Pietro in cornu evangelii e di San Paolo in cornu epistolae. Dalle testimonianze fotografiche si può notare che l’altare maggiore era affiancato dalle statue dei Santi Pietro e Paolo ed al centro presentava una grande teca in cui era ospitata la statua in cera della Madonna con il Bambino; sul fianco destro della navata inoltre vi era un pulpito con baldacchino. La torre campanaria, in origine più bassa e con copertura a falde, per mantenere le proporzioni con la nuova chiesa, fu innalzata di 15 metri e la copertura fu risolta con una cipolla rivestita in rame impostata su un tamburo ottagonale. Durante la prima guerra mondiale l’edificio fu pesantemente bombardato andando semidistrutto; agli inizi degli anni Venti fu ricostruito dal governo italiano ed in seguito riaperto al culto con nuova consacrazione nel 1923. Negli anni a seguire fu realizzato l’apparato pittorico e realizzato il nuovo organo; anche il campanile fu ricostruito con una terminazione a cuspide. Negli anni Ottanta fu restaurata l’abside della chiesetta quattrocentesca e agli inizi del Duemila la chiesa.
Preesistenze
Alle spalle dell’attuale sacrestia rimangono i resti della precedente chiesetta di Farra, eretta a metà del XV secolo, di cui oggi si conserva l’abside poligonale, restaurata tra il 1982 e il 1983 ed adibita a cappella feriale, mentre il resto dell’edificio è inglobato nella sacrestia. L’antica chiesa era dedicata a Santa Maria, ma conosciuta anche con il titolo dell’Assunta; in occasione dei restauri furono rinvenuti dei resti di epoca longobarda che fanno supporre l’esistenza di una primitiva chiesetta già a partire da quell’epoca. L’abside della chiesa quattrocentesca è caratterizzata da linee architettoniche di epoca gotica al cui centro vi è l’affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, riportato in luce durante il restauro degli anni Ottanta; la volta costolonata nella chiave di volta presenta una rosetta su cui sono incise le lettere “Y.X.F.D.V.M.N.” e “Y.H.V.” (acronimi rispettivamente di “Yesu Christo Filio Dei Virgine Maria Nato” e “Yesu Hominum Vota” che significano a “Gesù figlio di Dio nato da Maria Vergine” e “Offerte degli uomini a Dio”). Dalla relazione della visita apostolica dell’abate Bartolomeo da Porcia nel 1570 si evince che la chiesa aveva un altare maggiore adornato da una pala dipinta e sopra allo stesso vi poggiava il tabernacolo dipinto esternamente e preziosamente dorato; sul fianco sinistro vi era l’altare dei Santi Rocco e Sebastiano, su quello destro l’altare di Santa Margherita. Esternamente era circondata dal cimitero cinto da un muretto. Agli inizi del Settecento la chiesa risultava troppo angusta e si decise di costruire una nuova di dimensioni adeguate alla popolazione aumentata di numero; si mantenne però la torre campanaria che, se in precedenza era incorporata nella facciata, nella nuova chiesa risulta addossata sul lato sinistro.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un breve sagrato rialzato di quattro gradini dalla quota della strada e delimitato da un muretto senza cancelletto. L’edificio è orientato ad Est e presenta una configurazione planimetrica molto semplice: si compone di un’unica navata rettangolare, con una nicchia ed una nicchia absidata per lato, e di un presbiterio a base rettangolare concluso sul fondo da un’abside triangolare. A sinistra del presbiterio vi è un vano rettangolare che funge da disimpegno; sul lato orientale è connesso alla sacrestia, anch’essa rettangolare, e, tramite una scala che scende di sette gradini, alla cappella feriale,
VI - VII (preesistenza intero bene)
Esistenza di una primitiva chiesetta a Farra, in corrispondenza della chiesa quattrocentesca, ipotizzata in seguito alla scoperta di un reperto risalente all’epoca longobarda.
1176 - 1176 (fonte intero bene)
Citazione della chiesa di Farra come chiesa madre della vicaria, contenuta in un rotolo del capitolo di Aquileia.
metà XV - metà XV (preesistenza intero bene)
Costruzione di una chiesetta, di cui si conserva l’abside adiacente all’attuale parrocchiale ed adibita a cappella feriale, mentre il resto dell’edificio è incorporato nella sacrestia.
1728 - 1728 (costruzione intero bene)
Costruzione della chiesa, al centro del cimitero che circondava la precedente chiesetta, accanto all’edificio esistente, per volontà del parroco Giuseppe Pollini.
1742 - 1742 (consacrazione intero bene)
La chiesa fu consacrata il 20 maggio del 1742 dal Vescovo di Pedena, mons. Bonifacio Cecotti, su incarico del Patriarca Daniele Delfino.
1915 - 1915 (demolizione intero bene)
Distruzione della chiesa durante la prima guerra mondiale.
1923 - 1923 (costruzione intero bene)
Riedificazione della chiesa. Del precedente edificio si è conservato il portale d’ingresso con la scritta EN FARRAE PIETAS ANNIS STVDIOSA DVOBVS / IOSEPH POLLINI FECIT OPUS.
1923 - 1923 (decorazione interno della chiesa)
Realizzazione degli affreschi del presbiterio, per mano del pittore Zimolo di Sagrado.
1923 - 1923 (rifacimento esterno della chiesa)
Ricostruzione della torre campanaria.
1939 - 1939 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione del nuovo organo, ad opera della ditta Albino Kuchler di Gorizia, collocato nell’abside, anziché sulla cantoria.
1958 - 1958 (decorazione interno della chiesa)
Realizzazione della vetrata in vetri policromi nella mezzaluna della facciata.
1982 - 1983 (restauro intero bene)
Recupero e restauro dell’abside della primitiva chiesetta adibendola a cappella feriale, su progetto dell’architetto Guglielmo Riavis.
2000 - 2000 (restauro intero bene)
La chiesa fu oggetto di un restauro.