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Chiese in Provincia di Gorizia - città di : Chiesa della Beata Vergine Immacolata
Chiesa della Beata Vergine Immacolata
B.V. Immacolata
Dettagli
La chiesetta di borgo Zuppini a Farra risulta essere la più antica dell’arcidiocesi con l’intitolazione all’Immacolata Concezione. Fu eretta come voto, in seguito alla guarigione da una malattia, dal conte Giovanni Battista Zuppini, tra il 1665 - anno dell’intitolazione a conti della famiglia Zuppini - e il 1669 in cui la chiesa fu benedetta. Nel corso della seconda metà dell’Ottocento l’edificio fu restaurato. Ulteriori interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria furono effettuati nel corso del tempo ma non vi sono fonti che li attestino con certezza e ne forniscano entità e dettagli. Probabilmente alla fine della prima guerra mondiale fu riparata dai danni subiti ed in seguito benedetta nuovamente. Attualmente l’edificio versa in uno stato di precarietà strutturale tale da essere interdetto al pubblico utilizzo e necessita un intervento urgente.
Impianto planimetrico
La chiesa è inserita in un piccolo borgo agricolo costituito da una decina di case e si affaccia direttamente sulla strada pubblica, mentre sul fianco sinistro e sul retro è circondata da uno spazio aperto delimitato da un muretto. L’edificio, di modeste dimensioni, è orientato a Nord; si compone di un unico ambiente longitudinale, con alle spalle un vano rettangolare trasversale su due livelli adibito a sacrestia al pianterreno e a deposito nel sottotetto (quest’ultimo accessibile esclusivamente dall’esterno). Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 6,42 ml; larghezza 5,17 ml; altezza 4,92 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame intonacato. La facciata principale, a capanna, è liscia; al centro si apre un semplice portale ad arco scemo, preceduto da due gradini, e, sopra ad esso, una finestra a mezzaluna; sulla sommità vi si erge un campaniletto a vela in pietra con monofora. Anche le facciate laterali sono lisce ed è presente un’unica apertura a mezzaluna sul fianco destro; sotto alla finestra forse in origine si apriva una porta laterale, attualmente tamponata. L’unica modanatura delle facciate è una cornice dentellata che corre sotto la linea di gronda, sia sul fronte che sui fianchi.
Coperture
La copertura della chiesa è a due falde con manto in coppi; l’interno invece è sormontato da una volta a botte ribassata.
Campanile
Il campanile è di tipo a vela e si erge sopra la facciata. Realizzato in pietra, al centro presenta una monofora ad arco in cui è ospitato un campanello. Sulla sommità è issata la croce in ferro.
Apparato decorativo
L’interno della chiesa è costituito da un unico ambiente dominato dall’altare, ubicato sulla parete di fronte all’ingresso, ai cui lati si aprono due porticine che conducono alla sacrestia. La pavimentazione è realizzata in riquadri con motivi geometrici neri con cornici rosse su sfondo grigio e a sinistra dell’ingresso è inserita una lapide tombale. Le pareti sono intonacate e tinteggiate sui toni dell’ocra, con varie sfumature: sopra una basamento dipinto a listelli verticali, le facciate sono inquadrate da cornici il cui spazio interno è trattato a motivi damascati tono su tono; una cornice modanata in stucco bianco che corre lungo l’intero perimetro funge da piano d’imposta della volta; su quest’ultima è rappresentato un cielo azzurro stellato, compreso entro una grande stella centrale, che si staglia sullo sfondo ocra. Sul fianco destro vi è una nicchia rettangolare, attualmente vuota, compresa in un portale (si potrebbe presupporre che un tempo vi si aprisse un ingresso laterale, ma non vi sono fonti che lo confermino). A destra dell’ingresso, sopra un’acquasantiera in pietra, è immurata un’epigrafe in cui si ricorda la tumulazione all’interno della chiesa di Giovanni Battista de Zuppini (discendente del conte fondatore della chiesetta) la cui morte giunse nel 1779. Un’altra iscrizione in memoria del restauro ottocentesco dell’edificio si trova sul fianco sinistro.
Apparato liturgico
La chiesetta ospita la struttura dell’altare, rivolto a Dio e co
1665 - 1669 (costruzione intero bene)
Costruzione della chiesa, come cappella privata dei conti Zoppini, per volontà del conte Giovanni Battista Zuppini.
1669 - 1669 (benedizione intero bene )
La cappella fu benedetta il 16 luglio 1669 dal parroco ed arcidiacono di Gorizia, Giovanni Battista Crisai, con autorizzazione del patriarca di Aquileia Giovanni Delfino.
1875 - 1875 (restauro intero bene)
La cappella fu restaurata per volontà e con i finanziamenti dei coniugi Pietro ed Antonia Maur, della famiglia de Zattoni allora proprietari della chiesa - si veda l’iscrizione sul fianco sinistro all’interno dell’edificio.
1921 - 1921 (benedizione intero bene )
La cappella fu benedetta il 16 luglio 1669 dal cappellano Francesco Spessot.
1924 - 1924 (proprietà intero bene)
La cappella divenne proprietà della chiesa parrocchiale.