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Chiese in Provincia di Gorizia - città di : Chiesa di San Lorenzo Martire
Chiesa di San Lorenzo Martire
S. Lorenzo Martire
Dettagli
La chiesa di San Lorenzo ad oggi si presenta nell’assetto conferito da un radicale rifacimento effettuato nella seconda metà del Settecento che interessò sia gli interni che l’esterno; la struttura del campanile con la copertura a cuspide piramidale, come anche le proporzioni della navata di lunghezza doppia rispetto alla larghezza sono evidenti riferimenti ad una tipologia di chiese di matrice veneta ben radicata sul territorio, trasmessa attraverso maestranza friulane, essendo la chiesa dapprima sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia ed, in seguito alla sua soppressione avvenuta nel 1751, fino al 1818, entro la giurisdizione dell’Arcidiocesi di Udine; nel caso della parrocchiale di Ronchi, il rifacimento è a attribuito Michele Zuliani, che potrebbe aver risentito dell’influenza dell’architetto veneto Giorgio Massari operante nella prima metà del Settecento in Friuli. In seguito ai danni subiti durante la Grande Guerra, sia il campanile - che era andato completamente distrutto - che la chiesa furono ricostruiti riproponendo le forme precedenti, con alcune varianti della facciata che ne hanno modificato le proporzioni, perdendo il senso ascensionale - le nicchie inferiori della facciata sono state spostate più in alto, nel registro superiore di aperture furono realizzate due finestre superiori al posto di altre due nicchie absidate, manca una cornice marcapiano intermedia, la cornice inferiore della trabeazione ora continua mentre in origine era interrotta al centro da una finestra rettangolare tamponata, manca l’occhio quadrilobato che si apriva nel timpano; il campanile invece ha assunto un aspetto più slanciato.
Impianto planimetrico
La chiesa si affaccia su un piazzale; esternamente sul fronte principale è preceduta da un modesto sagrato in lastre di pietra irregolare, sopraelevato dal piazzale di un gradino, mentre sugli altri tre lati è circondata da un prato delimitato da un muretto in pietra. L’edificio, orientato a Nord Est, si caratterizza per una configurazione planimetrica molto semplice, composta da un’unica navata longitudinale - con due nicchie rettangolari su entrambi i lati ed una cappelletta quadrata sul fianco destro in linea con la facciata - e di un presbiterio a base quadrata concluso sul fondo da un’abside triangolare. Sul fianco sinistro del presbiterio è annesso un vano rettangolare adibito a sacrestia; sul lato destro, vi è un corpo rettangolare a due piani composto da varii ambienti: quello al piano inferiore, in posizione simmetrica alla sacrestia, preceduto da un piccolo antro che lo collega al presbiterio, in origine era adibito a sacrestia, attualmente è destinato a cappella feriale; vi sono poi degli ambienti minori che consentivano l’accesso al pulpito - dove attualmente trova posto il locale caldaia - ed un ambiente che ospita la scala che porta al piano superiore destinato alle attività parrocchiali. Sul lato sinistro, addossato al corpo della chiesa leggermente arretrato rispetto la linea della facciata, si erge il campanile a pianta quadrata. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 34,33 ml; larghezza 12,14 ml e altezza navata 11,29 ml.
Strutture verticali
Tutte le murature sono in pietrame, esternamente intonacate e tinteggiate di color crema mentre le modanature della facciata principale sono differenziate di bianco. La facciata principale a capanna è scandita verticalmente da quattro lesene - di cui le esterne con soluzione angolare - impostate su un basamento in pietra e desinate da capitello ionico, sopra a cui si sviluppa la trabeazione con cornici modanate il cui fregio è arricchito con l’iscrizione dipinta DEO OPTIMO MAXIMO; la facciata è conclusa da un frontone con cornice modanata aggettante. Al centro si apre il portale d’ingresso, inquadrato da una doppia cornice in pietra modanata, il cui architrave sorregge un timpano triangolare a cornici spezzate al centro dallo stemma lapideo dell’arcivescovo di Udine che consacrò la chiesa; in linea con q
VI (?) - VI (?) (preesistenza intero bene)
Con la diffusione del cristianesimo dalla città madre di Aquileia, fu eretta anche nel primo nucleo di Ronchi - che si sviluppava tra il luogo dove è ubicata la fatiscente villa Hinke e la zona del Zochet - una primitiva chiesetta, dedicata al martire Lorenzo Levita Martire. Questo edificio si presume sia andato distrutto assieme a tutto il nucleo abitato in seguito alle guerre ed invasioni barbariche.
1376 - 1412 (fonte intero bene)
Prime fonti scritte, risalenti al 1376 e al 1412, in cui è citata la chiesa di San Lorenzo di Ronchi, ricostruita probabilmente sul sito dove sorge l’attuale parrocchiale.
1450 - 1512 (rifacimento intero bene)
La chiesa fu oggetto di alcuni rifacimenti in seguito alle incursioni dei Bosniaci e dei Turchi (II metà XV) e dopo le guerre austro-venete del 1508 - 1512.
1579 - 1579 (ampliamento intero bene)
Ampliamento della primitiva cappella in occasione del distacco della chiesa dalla chiesa madre della Madonna Marcelliana di Monfalcone e della sua elevazione a parrocchia indipendente.
1593 - 1593 (fonte intero bene)
Fonte scritta che attesta l’esistenza della chiesa, fornendone anche una descrizione, contenuta nella relazione della visita pastorale di Francesco Barbaro, coadiutore del Patriarca di Aquileia. La chiesa, di modeste dimensioni, era dotata di tre altari, di cui il maggiore dedicato a San Lorenzo, quello in cornu epistolae a Santa Maria, quello in cornu evangelii a San Gottardo. Secondo alcune fonti quest’ultimo ospitava il tabernacolo dove veniva custodito il Santissimo; altre fonti indicano la presenza di un altare dedicato esclusivamente al Santissimo Sacramento in cornu evangelii e collocano sul lato sinistro della navata l’altare di San Gottardo. A destra dell’ingresso vi erano il fonte battesimale ed un’acquasantiera; sul lato sinistro della chiesa era addossata la sacrestia ed all’esterno sul lato destro si sviluppava il cimitero delimitato da un muretto e chiuso da due cancelletti in ferro. In una mappa veneta di fine XVI la chiesa è rappresentata con un campanile a vela in facc
1645 - 1645 (rifacimento con ampliamento intero bene)
Radicale rifacimento della chiesa con ampliamento, per volontà del pievano pre’ Francesco Donà (o Donato) - si veda la lapide murata sulla parete a destra dell’ingresso.
1645 - 1660 (completamento interno della chiesa)
Realizzazione dell’altare laterale destro verso l’ingresso, dedicato a San Rocco.
1660 - 1660 (consacrazione intero bene)
La chiesa e l’altare maggiore furono consacrati il 16 febbraio 1660 da Giovanni Delfino, Patriarca di Aquileia.
1661 - 1662 (completamento interno della chiesa)
Erezione del nuovo altare maggiore, in pietra, ad opera del tagliapietra di Venezia Pietro Bagatella; realizzazione dei nuovi gradini marmorei di accessi al presbiterio e della balaustra che delimitava lo spazio presbiterale.
1707 - 1707 (costruzione esterno della chiesa)
Erezione della torre campanaria, probabilmente subito dopo alla costruzione della chiesa, ma di cui vi si ha notizia per la prima volta nel 1707, grazie alla sua rappresentazione in una mappa: sorgeva a sinistra della chiesa ed aveva la copertura a cuspide; nella cella erano ospitate tre campane.
1717 - 1735 (fonte / completamento interno della chiesa)
Dalla relazione della visita apostolica del patriarca Dionisio Delfino si evince che la chiesa ospitava quattro altari, di cui il maggiore, dedicato a San Lorenzo, era in pietra, gli altri erano degli altaroli portatili non consacrati dedicati quello sul fianco sinistro ai piedi del presbiterio a San Gottardo, quelli sul fianco destro al Crocifisso -intitolazione corretta a San Rocco, quella al Crocifisso deriva dalla congregazione a cui era affidato l’altare -, ed alla Beata Vergine - in origine altare di Santa Maria, intitolato temporaneamente alla Concezione della Madonna, quindi alla Beata Vergine della Concezione e dal 1708 all’Immacola