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Chiese in Provincia di Udine - città di : Chiesa di San Valentino Martire
Chiesa di San Valentino Martire
S. Valentino Martire
Dettagli
La parrocchiale di San Valentino a Fiumicello, che deve il suo aspetto attuale ad un restauro di tipo conservativo conclusosi nel 2014, presenta un impianto basilicale con navata tripartita da due file di pilastri e presbiterio concluso da abside pentagonale. Eretta alla fine dell’Ottocento, ex novo sul sito della precedente chiesa, si caratterizza per uno stile eclettico, con una parte tipicamente neogotica, secondo una tendenza diffusa dell’epoca di proporre dei revivals, rifacendosi agli stili del passato – neoromanico, neogotico etc. Nel corso del Novecento non subì interventi se non di manutenzione ordinaria, conservando il suo aspetto originale. Gli interni, piuttosto spogli e privi di un vero e proprio apparato decorativo, ospitano tre altari marmorei provenienti dalla precedente chiesa, legati a modelli veneti di epoca barocca. Tipicamente di matrice veneta è la torre campanaria conclusa da una cuspide piramidale.
Preesistenze
La statua San Valentino, attualmente posizionata su una mensola addossata alla parasta sinistra dell’arco santo, è stata fatta risalire al XV secolo e, secondo la tradizione, proverrebbe da un’antica edicola votiva posta sul fiume Tièl al Roncolon, località di Fiumicello. A Fiumicello già nel XIII secolo esisteva, forse sul sito dell’attuale parrocchiale, una chiesa dedicata ai Santi Canziani - è sicura l’esistenza della chiesa, ma non vi sono documenti che ne attestino l’ubicazione - sede pievanale, con tre chiese filiali; sul finire del Quattrocento questo edificio perse il ruolo di chiesa madre, affidato alla chiesa filiale di San Lorenzo, e nel corso dei secoli successivi rimase in posizione marginale. Probabilmente per iniziativa della storica Confraternita di San Valentino, nel corso del Cinquecento, all’originaria intitolazione ai Santi Canziani fu aggiunto il titolo di San Valentino, in un processo di modernizzazione forse anche in memoria dell’antica edicola andata distrutta a causa di un’inondazione. L’intitolazione ai Santi Canziani e San Valentino è citata per la prima volta nella relazione della visita apostolica effettuata dall’abate Bartolomeo da Porcia nel 1570; dall’Ottocento compare invece solo il nome di San Valentino. Le notizie storiche in merito all’evoluzione dell’edificio provengono dalle relazioni delle visite pastorali; sorta probabilmente in loco dell’antica chiesetta di San Canziano, si trattava di una chiesa campestre che rispondeva ad una tradizione ben radicata sul territorio; composta da un piccolo edificio di forma rettangolare con presbiterio e sacrestia annessa, non era molto alta ed aveva la copertura a capriate lignee a vista; era illuminata da piccole finestre, le pareti interne erano affrescate e un arco santo a tutto sesto introduceva allo spazio presbiterale; esternamente la facciata era preceduta da un portico e sopra vi si ergeva il campaniletto a vela; attorno si sviluppava il cimitero chiuso da un muretto di cinta. Nelle mappe ottocentesche non compare più il portico, nei fianchi erano state aperte delle finestre a mezzaluna e all’interno erano ospitati due altari laterali nella navata e l’altare maggiore nel presbiterio. Nel corso dell’Ottocento l’edificio era divenuto insufficiente ad accogliere la popolazione aumentata di numero; inoltre versava in condizioni precarie, con problemi strutturali legati al fatto che sorgeva su un terreno paludoso ed era percorsa su due lati da una roggia; condizioni tali per cui si rese necessaria l’edificazione di una nuova chiesa.
Impianto planimetrico
La chiesa è preceduta da un modesto sagrato con corsia centrale pavimentata in lastre di pietra grigia. L’edificio, orientato ad Est, presenta una configurazione planimetrica molto semplice che si compone di un’aula longitudinale, divisa in tre navate da due file di quattro arcate, e di un presbiterio rettangolare, disposto trasversalmente, concluso sul fondo da un’abside pentagonale; l’ingresso è separato dalla navata vera è propria da una zona filtro: in
XIII - XIV (preesistenza intero bene)
Una fonte del 1210 cita la pieve di Fiumicello, facendo presupporre quasi con certezza l’esistenza di una chiesa. In un documento risalente al 1346 viene menzionata una chiesa a Fiumicello intitolata ai Santi Canziani, in cura all’abate di Beligna; non vi sono però ulteriori documenti che consentano di identificare l’ubicazione di tale chiesa. Durante il XIV secolo la chiesa dei Santi Canziani doveva avere tre chiese filiali, tra cui la chiesa di San Lorenzo, dove alla fine Quattrocento fu spostata la sede della pieve.
XV - XV (preesistenza intero bene)
Esistenza di una cappella votiva dedicata a San Valentino, in località Roncolon, in seguito scomparsa forse a causa di un’inondazione. Da questa chiesa , secondo la tradizione, proverrebbe la statua del santo patrono attualmente posizionata a sinistra dell’arco santo.
1570 - 1570 (preesistenza intero bene)
Prima fonte scritta in cui è citata la chiesa dei Santi Canziani, associandovi l’intitolazione a San Valentino, contenuta nella relazione della visita apostolica effettuata dall’abate Bartolomeo da Porcia.
1843 - 1877 (costruzione intero bene)
Costruzione ex novo della chiesa di San Valentino, per volontà del parroco Tirindelli – si veda l’iscrizione (successiva) sull’architrave del portale. L’edificazione di una nuova chiesa si rese necessaria già negli anni Trenta dell’Ottocento, ma l’espletazione delle domande e la ricerca dei fondi, spostarono di alcuni decenni l’inizio dei lavori. Tra i svariati progetti redatti ad opera della Imperiale Regia Luogotenenza di Trieste, tutti in stili revival, fu scelto quello a firma dell’ingegnere Luigi Sindelar o Sindelaz. La prima pietra fu benedetta nel 1870 e furono costruiti il presbiterio e le fondazioni delle navate laterali e della facciata. Per mancanza di fondi i lavori furono sospesi ed il neoeretto presbiterio fu unito provvisoriamente alla vecchia chiesa. Nel maggio 1877 si passò alla demolizione della vecchia chiesa, si realizzarono le fondazioni con palificazioni della navata centrale e si proseguì fino alla copertura dell’edificio nell’ottobre dello stesso anno.
1877 - 1877 (demolizione intero bene)
Il 26 ottobre 1877, a lavori conclusi, poco prima dell’apertura della chiesa, a causa del cedimento di una colonna, crollò la parte sinistra della navata, danneggiando in maniera definitiva anche la parte destra.
1877 - 1886 (ricostruzione intero bene)
Ricostruzione ex novo della navata, mentre la porzione di edificio relativa al presbiterio fu rinforzata con contrafforti. I nuovi pilastri furono realizzati in pietra viva anziché in muratura come i precedenti, al fine di garantire una maggiore stabilità. Nel 1880 furono realizzate tutte le opere preliminari alla posa degli infissi, ad opera del capomastro Giuseppe Jasmig di Gorizia; nello stesso periodo fu rifatta anche la copertura del presbiterio. Nel 1881 l’edificio risulta coperto e chiuso, risistemato sia all’interno che all’esterno; nel 1886 mancava solo di intonacare la parte presbiterale, le opere ornamentali e la collocazione degli altari e del pulpito.
1882 - 1899 (costruzione esterno della chiesa)
Erezione della torre campanaria per volontà del parroco don Adamo Zanetti. Il progetto originario lo prevedeva addossato al corpo della chiesa, in corrispondenza della facciata, mentre in corso d’opera si optò per erigerlo in posizione isolata. I lavori furono realizzati dall’impresa Giuseppe Miniussi di Ronchi.
1901 - 1901 (consacrazione intero bene)
Consacrazione della chiesa, impartita dall’arcivescovo di Gorizia, cardinale Giacomo Missia, il 22 settembre 1901 – si veda lapide commemorativa murata nel fianco sinistro dell’ingresso.
1960 - 1970 (decorazione interno della chiesa)
Esecuzione delle pitture che arricchiscono la volta del presbiterio e realizzazione delle vetrate policrome, dapprima quelle dell’abside, poi quelle delle navate laterali.
2000 - 2014 (restauro intero bene)