Nico Naldini: «Morte atroce e un tragico destino»
Non ne parla volentieri, anzi preferisce rimandare a quanto ha scritto e sempre sostenuto. È ancora viva in Naldini, la ferita apertasi con la morte violenta del cugino Pier Paolo
TREVISO. Non ne parla volentieri, anzi preferisce rimandare a quanto ha scritto e sempre sostenuto. È ancora viva in Nico Naldini, la ferita apertasi con la morte violenta del cugino Pier Paolo Pasolini. Naldini non ha mai creduto che quella morte, la sera del 1 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia, sia stata il frutto di un complotto politico volto a far tacere per sempre una delle voci, la piú forte indignata e scandalosa, che andava denunciando il profondo degrado...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto