Caso Tallio, ecco cosa l'ha spinto a uccidere i parenti
Mattia Del Zotto aveva perso il lavoro e si era convertito. Per gli inquirenti cruciale una visione distorta della religione. Nessun riscontro sull’adesione a una setta. Viveva rinchiuso in camera sua, da tempo non coltivava amicizie. Scontri anche con i genitori
UDINE. «Schivo e chiuso», «poco espansivo», «riservato e timido». Mattia Del Zotto, il ventisettenne di Nova Milanese accusato del triplice omicidio dei nonni paterni e della zia Patrizia, è stato descritto così dai parenti e dalla badante degli stessi nonni. Una personalità complessa, diventata sfuggente negli ultimi due anni, con un’esistenza all’improvviso stravolta dalla perdita del posto di lavoro da magazziniere e - soprattutto - da un approccio distorto all’ebraismo.
«Viveva il credo in un modo tutto suo, con...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto