Addio a Pierluigi Cappello, la sua impronta come una carezza sull'esilità umana
Quell'incontro negli anni Novanta tra letture e sigarette. Intorno a lui si creò un gruppo che cambiò il volto della poesia
Questo è un articolo che non avrei mai voluto scrivere. Quando muore un amico è come se un pezzo stesso della tua vita se ne andasse, e credo che con Pierluigi se ne sia andata la parte migliore. Ma se le parole servono a qualcosa, servono di certo a ricordare, a mantenere vivo, a contrastare umanamente, per quel poco che l’umano può, il tempo e la morte.
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Pubblicato su Il Messaggero Veneto