Terremoto, a Tarcento Carlo Della Giusta ricorda: «camminavo scalzo sulle macerie»
«La mamma mi impedì di guardare, ma il rumore dei crolli lo sento ancora»
TARCENTO. «È un giovedì sera come gli altri e mio padre, come ogni settimana, aveva un appuntamento per le prove della banda locale di Coia. Io, bambino di sette anni, ero a casa con mia mamma, guardavamo la televisione».
Comincia così il racconto del 6 maggio 1976 di Carlo Della Giusta, un bambino di Tarcento che il terremoto l’ha soprattutto sentito: i suoi occhi non hanno quasi scorto nulla, ha filtrato tutto con i piedi e con le orecchie....
Pubblicato su Il Messaggero Veneto