«Penso sempre al coraggio di quella madre»
L’assistente della sala operatoria soccorse la donna che allattò il figlio sotto le macerie a Gemona
«Ricordo la lucidità di quella giovane mamma che da sotto le macerie collaborava con i suoi soccorritori. Lì sotto aveva allattato Simone, il figlio di pochi mesi. L’aveva messo in salvo ed era felice per questo». Mafalda Feletig, di Udine, era un’assistente in sala operatoria del reparto di Otorinolaringoiatria, che la mattina del 7 maggio 1976 arrivò, assieme a una collega, a Gemona e qui assistette Ottavia D’Ovidio, la donna con una gamba schiacciata da una stufa, estratta viva il...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto