«Medicavo i feriti nella tendopoli ci orientava il faro puntato sul monte»
Il terremoto quarant'anni dopo. Il ricordo del medico legale Sandro Forgiarini, all’epoca studente di Medicina all’università di Trieste
UDINE. «Non c’era luce e, i primi giorni, nemmeno acqua potabile. L'unico riferimento per orientarsi nel buio era un faro che dalla caserma “Goi” proiettava un fascio di luce sul Monte Chiampon. La vita nella tendopoli, che con il passare dei giorni si andava strutturando grazie all’aiuto degli alpini giunti anche da Bergamo, dei soccorritori austriaci e della stessa gente della borgata, non era facile. Determinante fu l’arrivo del battaglione San Marco, che organizzò un ospedale da campo».
Il...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto