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Toni Capuozzo in libreria con “Vite di confine”, un viaggio tra gli eroi di frontiera

Il nuovo libro del giornalista e scrittore sarà presentato mercoledì 20 novembre. Un racconto dell’unicità del territorio di Gorizia e Nova Gorica

Nessuno di loro sarebbe stato lo stesso se non avesse vissuto al confine sul quale oggi si affacciano Gorizia e Nova Gorica. Una terra che in oltre cento anni di storia è stata segnata da immani tragedie e martoriata da due guerre mondiali ma che oggi è un’area alla quale l’Europa dovrebbe guardare come esempio di diplomazia e interazione, nel rispetto delle nazionalità e delle identità.

Toni Capuozzo, giornalista, inviato di guerra e scrittore, nel suo nuovo libro in uscita mercoledì 20 novembre nelle librerie, Vite di confine, Biblioteca dell’Immagine (pagg. 252, euro 18) propone un racconto del confine attraverso le vite di uomini e donne che in guerra e in pace, in politica e nell’arte, da ideologie e pensieri a volte opposti, hanno vissuto questa terra amandola o odiandola. Il confine attraverso i protagonisti, non necessariamente quelli più importanti, italiani e sloveni, a volte contesi eroi di frontiere diverse.

Attori unici scelti da Capuozzo su base soggettiva, seguendo le sue sensibilità e passioni. Una Spoon river, il riferimento è dell’autore al libro di Edgar Lee Masters nel prologo, vagando fra le pietre del cimitero ebraico di Valdirose-Rožna Dolina alla periferia di Nova Gorica, immagine scelta per la copertina, ma anche un’antologia, senza velleità di saggio storico, lungo l’Isonzo, in sloveno Soča, in friulano Lusinç, Lisonz in bisiaco, e Sontig per i tedeschi.

«Per alcuni il confine è stato una tragedia – esordisce l’autore – per altri un’opportunità. È questa caratteristica anagrafica e territoriale il loro comune denominatore», per gli artisti, tanti per linguaggi diversi, pittori Luigi Spazzapan, Vittorio Bolaffio, Francesco Caucig, Zoran Mušič, gli scrittori, poeti e giornalisti, Scipio Slataper, Giovanni Lorenzoni, Carlo Michelstaedter, Biagio Marin, Demetrio Volcic e Gianni Bisiach. E ancora scorrono le vite dell’attrice Nora Gregor, degli architetti Max Fabiani e Antonio Lasciac. L’eroe conteso Edi Rusjan, primo a volare a Gorizia nel 1909, è rivendicato dall’aviazione jugoslava e dalla repubblica di Slovenia. Accanto a loro l’oste esule Domenico Fabbro, il contadino amante delle favole France Bevk, Lucy Christalnigg e Lyduska de Nordis, nobildonne avventurose. L’autore ricorda il primo e l’ultimo soldato morti nella Grande Guerra, Riccardo Giusto e Augusto Piersanti e la storia delle aleksandrinke migranti economiche ad Alessandra d’Egitto. Lo stesso destino di Taimur Shinwari, ventenne pakistano a Gorizia in attesa di un visto che morì annegato.

«Anche Taimur è un tassello del confine, gente che nulla sa della terra che li accoglie. La frontiera è per loro un ostacolo da superare». Tante, tantissime le tessere di un mosaico che è frontiera, non una linea netta ma un’area vasta che penetra per chilometri nei territori. «Confesso che non conoscevo molte delle storie soprattutto di uomini e donne slavi: spero che questo lavoro sia anche uno strumento educativo, per far emergere vite restate nell’ombra, da porre al centro in vista del processo di interazione che auspico sarà il 2025 Gorizia e Nova Gorica Capitale della cultura europea.

Processo nel quale, senza rinunciare alla propria identità e sovranità, le due città possano crescere da un punto di vista turistico, economico, culturale e anche demografico». Per Toni Capuozzo l’esperienza di superamento dei conflitti che, dopo le tragedie del Novecento e il passaggio attraverso le forche caudine di due guerre mondiali, ha caratterizzato i rapporti fra Italia e Jugoslavia prima e Slovenia dopo, è un modello di convivenza più che di tolleranza. Un laboratorio che dovrebbe essere al centro dello studio da parte dell’Europa per capire come la diplomazia può svuotare i confini da contrapposizioni e ostilità, per fare vera opera di prevenzione dei conflitti. I confini come opportunità di conoscenze, contagio culturale, creazione di accademie e corsi di studi, proficui scambi turistici e economici. L’auspicio per lo scrittore è che il 2025 non sia una meteora ma che anche gli anni a seguire possano essere di progetti e crescita per le due città e i loro territori. Capuozzo presenterà il libro, in dialogo con l’assessore Go2025 Patrizia Artico, domenica 1 dicembre a Gorizia al Teatro Verdi alle 17.30. —

Pubblicato su Il Messaggero Veneto