Addio a Bruno Sacco, uno dei designer più famosi al mondo: è lui l’inventore dei modelli Mercedes-Benz
Nato a Udine nel 1933, durante la guerra si trasferì con la mamma a Tarvisio. Il suo arrivo a Stoccarda nel 1958. Nel 2002 Honsell glì conferì la laurea ad honorem
Un pezzo della storia automobilistica del dopoguerra e di Mercedes-Benz se ne va con la morte di Bruno Sacco, il designer udinese che ha prima orientato e poi diretto in prima persona i corsi stilistici della Stella. Nato in Friuli, a Udine, nel 1933, arrivò in Mercedes nel 1958 per assumere la direzione del centro stilistico della casa tedesca dal 1975. Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo mese di novembre. Tra i modelli più apprezzati disegnati dalla sua matita, la 190 "Baby-Benz", la 560 Sec, o l'immortale Classe G, ancora oggi impressa dal suo tratto stilistico pure con la versione elettrica. Modelli che segnarono la svolta di Mercedes-Benz verso una clientela più ambia ed eterogenea, negli anni ruggenti delle berline premium.
La vita
L'infanzia di Sacco fu piuttosto movimentata: il padre, reclutato nel corpo degli alpini, era sempre in missione. Nel 1940, in pieno conflitto, il piccolo Bruno, assieme alla madre, si trasferì a Tarvisio, presso i nonni. In quegli anni di passaggio dall'infanzia all'età adulta, Sacco fece la spola tra Tarvisio e Udine, dove iniziò a frequentare le scuole superiori.
Nel 1951 ottenne il diploma. Fu in quel periodo che si accese in lui la passione per l'automobile: ciò avvenne quando Sacco vide girare per le strade della "sua" Tarvisio una grossa Studebaker, le cui forme incantarono il giovane. Dopo aver frequentato il Politecnico di Torino, presso la facoltà di ingegneria meccanica, decise che la sua strada sarebbe stata invece quella del design. Inizió a collaborare con la Ghia e di lì a poco si inserì nel mondo del design automobilistico. Nel 1959 Sacco si sposò con Annemarie, da cui nel 1960 nacque la loro figlia Marina.
L’arrivo alla Mercedes
Nel 1975 divenne capo designer della Mercedes-Benz e fu da quel momento in poi che riuscì a concretizzare in tutti i sensi la sua filosofia di designer. Il credo di Sacco sta in due concetti fondamentali, due linee base che costituiscono il suo modo di essere designer. Tali linee vengono definite come omogeneità orizzontale e affinità verticale. Mentre la prima impone un family-feeling evidente tra i modelli componenti una gamma in un certo periodo, la seconda tende a modernizzare un modello di generazione in generazione, ma senza sminuire i valori estetici del modello precedente. Ciò assicura senza dubbio un design senza tempo ai modelli Mercedes-Benz dell'era Sacco.
Tra gli anni 1970 e gli anni 1990 Sacco diede una decisa impronta stilistica all'intera produzione automobilistica di Mercedes-Benz. In particolare, nel suo ultimo decennio di attività, decise la diversificazione della gamma Mercedes-Benz in altri modelli, sia di dimensioni compatte (Smart, Classe A, ecc.), sia per quanto riguarda le sportive (per esempio con la nascita della SLK), sia ancora per quanto riguarda i SUV come per esempio con la nascita della Classe ML.
All'inizio del XXI secolo, Sacco andò in pensione, ormai acclamato come uno dei più grandi designer di sempre: la sua carriera era stata costellata di onorificenze, culminate con il suo inserimento nella automotive Hall of Fame, avvenuto nel 2006. L'eredità di Sacco verrà raccolta da Peter Pfeiffer.
Nel 2002 l’allora rettore dell'Università di Udine, Furio Honsell, ha consegnato la Laurea ad honorem a Bruno Sacco. In quell’occasione venne presentata anche la mostra «100 anni di design Mercedes Benz» che con l’ex sindaco di Udine Sergio Cecotti.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto