Il medico legale al processo: Giulio Regeni torturato con bastonate e bruciature
E’ il consulente della Procura. Il tossicologo: la morta può essere stimata ra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio 2016
Giulio Regeni ha subìto diverse torture in Egitto tra cui pugni, calci, bruciature, bastonate sui piedi e ammanettamento di polsi e caviglie. E' quanto ha affermato il medico legale, Vittorio Finceschi, consulente della Procura di Roma nel corso della sua audizione nel processo a carico di quattro 007 egiziani. Fineschi il 6 febbraio del 2016 ha effettuato l'autopsia sul corpo del ricercatore italiano trovato morto il 3 febbraio di 8 anni fa sulla strada che collega Cairo con Alessandria.
Nel corso del suo intervento Fineschi ha spiegato che sul corpo di Regeni «abbiamo riscontrato quasi tutte le torture messe in atto in Egitto e descritte nella letteratura scientifica egiziana: pugni, calci, uso di mazze, bruciature».
In particolare, ha detto, l'Egitto «negli anni ha pubblicato due lavori scientifici sulla tortura: uno su 140 casi torture su persone, non uccise, prima arrestate e poi torturate nelle stazioni di polizia o carcere con pugni, calci, mazze, trascinamento del corpo, bruciature, ammanettamento di polsi e caviglie e l'utilizzo di un pettine chiodato.
Un secondo studio su 367 casi di torture avvenuti nel 2009-2010 in Egitto in cui vengono riportate moltissime modalità di tortura, riscontrate anche sul corpo di Giulio Regeni come le bastonate sui piedi fino alla frattura di tutte le ossa».
Parlando dell'autopsia svolta in Egitto, il consulente ha affermato che è stata una attività «al sotto lo standard minimo. Gli egiziani hanno attribuito la morte a un ematoma che ha compresso il cervello così tanto da portarlo alla morte. Causa non compatibile con quello che abbiamo riscontrato noi. In Egitto sono stati compiuti approfondimenti incompleti e poco approfonditi», ha aggiunto.
La morte del ricercatore friulano Giulio Regeni può essere «stimata tra le 22.00 del 31 gennaio e le 22.00 del 2 febbraio 2016». Lo ha riferito in aula il dottor Marcello Chiarotti, tossicologo e consulente della procura di Roma sempre nel corso della una nuova udienza del processo sull’omicidio.
Gli accertamenti medico legali del consulente sono stati eseguiti il 6 febbraio del 2016, quando è stato prelevato un campione di «umor vitreo» al fine di valutare il livello di potassio nella fase post-mortem.
La morte di Giulio Regeni, si stima, risalirebbe a «124 ore dal prelievo», un valore medio tra un range minimo di 96 ore e un massimo di 150 ore.
Giulio Regeni, inoltre, non aveva fatto alcun uso di alcuna sostanza stupefacente nè farmaci o sostanze velenose: «gli accertamenti tossicologici hanno dato tutti esito negativo», ha spiegato Chiarotti.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto