Manfredonia: «Io ho capito nel 1989 che la vita di un giocatore può cambiare o cessare nel giro di un secondo»
L’ex giallorosso fu salvato in extremis dopo un arresto cardiaco a 32 anni: «Fortunato nella sfortuna»
UDINE. «Il malore di Ndicka, così come le morti di Astori e di Morosini, ci ricordano che il giocatore va sempre visto come un uomo la cui vita può cambiare o cessare di esistere in un secondo».
È questo il monito di Lionello Manfredonia dopo il malore occorso domenica al giovane difensore della Roma. Un episodio che ha lasciato col fiato sospeso lo stadio e che ha riportato alla memoria la tragedia sfiorata dall’ex centrocampista giallorosso scampato alla morte sul...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto