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Omicidio di Giulia, Turetta ha incontrato i genitori in carcere

Il giovane reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin aveva espresso più volte agli operatori penitenziari il desiderio di incontrarli

Nel carcere di Verona si è svolto il primo colloquio tra Filippo Turetta e i genitori, Nicola ed Elisabetta. Il giovane reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin aveva espresso più volte agli operatori penitenziari il desiderio di incontrarli. Un primo incontro era saltato perchè, era stato riferito da fonti del carcere, padre e madre di Filippo non si sentivano ancora pronti. Ha abbracciato i suoi genitori, incontrandoli, per circa un'ora, per la prima volta in carcere dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin, e ha pianto ringraziandoli per essere andati a trovarlo.

Filippo e i suoi genitori infatti non si vedevano da quel sabato 11 novembre, quando nel tardo pomeriggio partì da Torreglia per passare a prendere Giulia, a Vigonovo, e accompagnarla al centro commerciale Nave de Vero a cercare un paio di scarpe per la cerimonia della tesi di laurea, fissata per il giovedì successivo.

L’interrogatorio: se Giulia «non poteva essere sua, allora non sarebbe stata di nessun altro»

«La personalità di Turetta sembrerebbe caratterizzata da una spiccata tendenza alla possessività», secondo gli investigatori, «il ragazzo non avrebbe invece manifestato tratti ossessivo compulsivi».

Così – per chi indaga – non sarebbe stata la prossima laurea di Giulia a far «scattare qualcosa nella testa» di Filippo, come lui stesso ha definito il momento dell'omicidio.

Lui, che era iscritto come Giulia a Ingegneria Biomedica, seppur indietro di un paio di esami: nulla di grave. Ad accecare Filippo – come purtroppo continua ad accadere spesso, sarebbe stata l'idea di una vita senza di lei: il tragico ripetersi senza senso di tanti femminicidi.

Se Giulia «non poteva essere sua, allora non sarebbe stata di nessun altro». Questo l'assillo di Turetta, che avrebbe anche affermato di essere ancora innamorato di lei e di non essere in grado di rassegnarsi alla fine del rapporto. Ma l'amore che uccide non è amore.

Nel corso dell'interrogatorio il giovane omicida avrebbe poi confermato quello che – nelle stesso frangente, sempre venerdì – stava rivelando l'autopsia in corso per 14 ore all'Istituto medico legale di Padova sul corpo della giovane di 22 anni dal sorriso contagioso, ingegnera biomedica a quattro giorni dalla laurea, la passione per l'illustrazione per l'infanzia.

Turetta ha così raccontato del litigio nel parcheggio di Vigonovo, della prima aggressione, di essere riuscito a riportare in auto Giulia e aver raggiunto le strade industriali di Fossò, dove lei – già ferita – ha tentato la fuga, per venire rincorsa, afferrata, accoltellata. Uccisa.

I particolari sono inutili, resta l'orrore di quanto accaduto. Turetta, stando a quanto emerso dall'interrogatorio «non si dava pace per la fine della relazione con Giulia Cecchettin, che l'aveva lasciato la scorsa estate, e avrebbe provato in tutti i modi a recuperare il rapporto.

Anche con comportamenti, come confidava Giulia alle amiche, che erano una violenza psicologica nei confronti della 22enne».

Il funerale di Giulia martedì a Padova

Il funerale di Giulia si terrà a Padova, nella basilica di Santa Giustina in Prato della Valle, martedì 5 dicembre alle 11. «Abbiamo scelto una chiesa grande affinché arrivi un messaggio di grande partecipazione, lo abbiamo voluto così perché arrivi questo messaggio».

Con poche parole, dal tono dolce, Gino Cecchettin ha parlato così, davanti a casa a Vigonovo, del funerale della figlia Giulia, uccisa da Filippo Turetta.

«Sto preparando un messaggio scritto che leggerò quel giorno - ha aggiunto -. Non sono bravo con le parole, chiedetemi semmai di elettronica ... ma sto cercando di dire le cose al meglio». Per il funerale della studentessa sono state organizzate imponenti misure di sicurezza, per la grande affluenza di persone che ci si aspetta ma anche per la probabile presenza di cariche istituzionali.

Secondo le prime direttive, anche se non ancora ufficiali, la Basilica vedrà una capienza ridotta a 1.200 posti ed entrerà solo chi avrà l'accredito, mentre sul sagrato e in Prato ci sarà posto per tutti. Proprio per garantire di poter seguire la cerimonia, in Prato della Valle ci saranno due maxi schermi grandi sei metri per otto metri, oltre ad un sofisticato impianto audio.

Uno dei due schermi, predisposti dal Comune di Padova, è già stato allestito sul lobo di Santa Giustina, e a breve verrà installato anche il secondo. Sempre il Comune, posizionerà in tutta la zona del Prato una decina di bagni chimici. Chiuse per tutta la mattinata le bancarelle del Prato e la pista di pattinaggio sul ghiaccio. Sono inoltre stati già allertati gli agenti della Polizia Locale che dovranno presidiare le strade chiuse attorno a Prato della Valle, ma anche sanitari, volanti della polizia e pattuglie dei carabinieri.

Dopo il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica (Cosp) di mercoledì mattina, svoltosi in Prefettura, si sono tenuti due sopralluoghi in Prato della Valle e nella giornata di venerdì una riunione tecnica tra forze dell'ordine. Un'ultima riunione per definire i dettagli è stata poi organizzata per domani mattina.

Pubblicato su Il Messaggero Veneto