Muore tre giorni dopo la moglie, a confronto le testimonianze di parenti e vicini per capire cosa è successo alla coppia di Meduno
L’uomo, che era in casa poco distante dal corpo esanime della consorte, era arrivato al Santa Maria degli Angeli in codice rosso giovedì. I soccorritori lo avevano trovato riverso sul pavimento del salotto intorno a mezzogiorno
MEDUNO. Una famiglia affranta da due lutti, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Una comunità altrettanto addolorata, che abbraccia i familiari in questo momento durissimo. Dopo la morte della moglie Liliana Del Din, 82 anni, è mancato sabato all’alba in ospedale anche suo marito Pasquale Tamai, pure lui classe 1941.
Al Santa Maria degli Angeli era stato accolto in codice rosso giovedì. I soccorritori lo avevano trovato riverso sul pavimento del salotto intorno a mezzogiorno. Vi era rimasto per chissà quante ore, senza riuscire a chiedere aiuto per sé o per la moglie, che giaceva esanime in cucina, nella loro villetta in borgo Sottomonte a Meduno.
«È un dispiacere enorme, un lutto per tutta la comunità. Penso ai figli che si trovano in questa situazione» il sindaco di Meduno Marina Crovatto ha espresso la sua vicinanza alla famiglia. La coppia lascia due figli, Sonia e Giovanni.
Il parere del medico legale
Il decesso dell’anziana è stato fatto risalire dal medico legale Antonello Cirnelli a circa 24 ore prima dell’ispezione esterna, eseguita giovedì pomeriggio, dopo i rilievi del nucleo investigativo provinciale di Pordenone dentro alla villetta.
La pensionata era supina, vicino a una sedia spostata davanti alla credenza per prendere qualcosa dai pensili, una stampella accanto a lei, l’altra sotto al collo. Indossava solo un maglione rosso.
Presentava traumi da caduta ma anche ecchimosi sotto l’occhio sinistro e sulla fronte, a sinistra, a prima vista non compatibili con una caduta all’indietro e compatibili invece con un urto frontale. Per ciò erano seguiti scrupolosi accertamenti da parte degli investigatori, presenti con il Norm di Spilimbergo e il Nucleo investigativo provinciale.
Tutte le persiane dell’abitazione erano abbassate, la porta d’ingresso era chiusa dall’interno. Era stato il nipote Ugo a lanciare l’allarme ai carabinieri della stazione di Meduno, dopo aver cercato invano di contattare i pensionati. Al telefono non rispondevano ed era tutto chiuso, nonostante fosse tarda mattina.
I vigili del fuoco di Maniago hanno rotto il vetro di una finestra per entrare e hanno trovato i due anziani a terra, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Il marito era ancora vivo, l’anziana invece era deceduta da ore.
Dal sindaco si era appreso che era stato avviato l’iter dei servizi sociali comunali per seguire la coppia. I due anziani, per le crescenti difficoltà motorie, non uscivano quasi più di casa da soli e facevano fatica a gestire le incombenze quotidiane. I parenti li seguivano con cura e attenzione.
Il sostituto procuratore Federica Urban ha delegato al nucleo investigativo di Pordenone una serie di approfondimenti, all’esito dei quali valuterà se vi siano elementi per poter disporre, o meno, l’autopsia su Liliana. I militari sono stati incaricati di sentire familiari e vicini di casa per ricostruire la storia e la vita quotidiana della coppia di pensionati.
Gli inquirenti avrebbero voluto raccogliere anche la testimonianza del marito Pasquale per ricostruire l’accaduto, ma le sue condizioni sono peggiorate. Fino al triste epilogo
Pubblicato su Il Messaggero Veneto