Folla commossa ai funerali dei finanzieri morti sul Mangart, il ministro Giorgetti: «Erano due ragazzi al servizio dei cittadini»
Nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, a Tarvisio, l’ultimo saluto a Giulio Alberto Pacchione e Lorenzo Paroni
TARVISIO. Lunedì 21 agosto: è stato il giorno del lutto. La comunità tarvisiana ha accolto l’intero mondo dei soccorritori per l’addio a Giulio Alberto Pacchione, 28 anni di Silvi Marina (Teramo) e a Lorenzo Paroni, 30 anni, di Montereale Valcellina (Pordenone), i due finanzieri morti mercoledì scorso durante una scalata di esercitazione sul piccolo Mangart.
Centinaia di persone, alle 14.30, si sono radunate nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, a Tarvisio, per ricordare i due giovani finanzieri del Sagf (Soccorso alpino della Guardia di finanza) alla presenza anche del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che nell’occasione ha voluto rivolgere «un pensiero speciale alle mamme di questi due ragazzi, per la sofferenza immensa che stanno vivendo. E a tutta la famiglia: non siete soli in questi momenti e non lo sarete in futuro, perchè le istituzioni per voi ci saranno sempre».
Giorgetti, dal pulpito della chiesa, al termine della funzione religiosa in ricordo dei due finanzieri morti in missione addestrativa, ha anche ricordato che «siamo numerosi, qui, proprio per testimoniare il sostegno alle famiglie di due valenti servitori dello Stato, ma anche per esprimere cordoglio alla Guardia di finanza».
Il ministro ha poi invitato i presenti ad avere «riconoscenza verso coloro che, come Giulio Alberto e Lorenzo, hanno scelto di mettersi al servizio dei cittadini, per garantire la loro sicurezza. Ai loro genitori e ai loro fratelli dico soltanto di essere orgogliosi di quanto hanno fatto questi ragazzi».
Un’ondata di cordoglio alla quale non si sono sottratti anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, l’assessore Riccardo Riccardi e le massime autorità civili, militari e religiose, oltre a tanti, tantissimi cittadini di una comunità profondamente scossa dalla scomparsa di due giovani che aveva ormai adottato e ai quali aveva già reso omaggio nella mattinata, con un continuo pellegrinaggio nella camera ardente allestita al cimitero della frazione di Plezzut.
«La parola soccorso era nome della loro unità e nel Dna di Giulio Alberto e di Lorenzo. Soccorrere assieme, era questo il loro compito. Hanno sempre operato con impegno e senso di responsabilità. Voglio ringraziare il Ministro della sua vicinanza e mi sento di stringermi in un abbraccio, a nome di tutto il Corpo, ai famigliari di questi due ragazzi: che riposino in pace». Parole commosse e di rispetto anche quelle usate al termine della funzione religiosa dal comandante generale della Guardia di finanza, Andrea De Gennaro, intervenendo al termine della funzione religiosa.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto