I funerali dei due finanzieri morti sul Mangart saranno celebrati a Tarvisio: via libera per la sepoltura
La Procura della Repubblica di Udine, che indaga per incidente sul lavoro, avvenuto durante il servizio dei due giovani, ha già firmato il nullaosta
I funerali solenni dei due finanzieri morti in un incidente sulle Alpi Giulie, nel corso di un addestramento, dovrebbero essere celebrati congiuntamente lunedì, a Tarvisio.
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Terminata la cerimonia istituzionale - cui parteciperanno alcune importanti cariche dello Stato e i vertici della Guardia di Finanza - i cortei funebri di Giulio Alberto Pacchione, di 28 anni, e di Lorenzo Paroni, di 30 anni, proseguiranno rispettivamente per Silvi Marina (Teramo) e Montereale Valcellina (Pordenone), dove le famiglie hanno organizzato e cerimonie di commiato per le rispettive comunità locali, prima dell'inumazione.
La Procura della Repubblica di Udine, che indaga per incidente sul lavoro, avvenuto durante il servizio dei due finanzieri, ha già firmato il nullaosta per la sepoltura.
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Troppo grande il dolore che si percepisce anche all’esterno della caserma di Tarvisio, appoggiata su una curva lungo la strada che dal centro porta a Fusine, prima della stazione di Boscoverde e che dalla chiusura della struttura di Sella Nevea è anche la sede del soccorso alpino del corpo di polizia finanziaria. Ed è lì che, fin dal primo mattino, è “salito” il comandante regionale delle Fiamme gialle, Giovanni Abitabile, a testimoniare la vicinanza dell’intera Guardia di finanza ai parenti dei due ragazzi scomparsi.
La prima famiglia ad arrivare a Tarvisio è stata quella di Paroni, proveniente dal Pordenonese. Dalla mattina al primo pomeriggio c’è stato poi un continuo via vai di mezzi, a dividersi tra la caserma di via Cadorna e il cimitero di Tarvisio, in direzione di Cave del Predil dove sono stati adagiati i corpi senza vita dei due finanzieri. Il tutto mentre i comandanti locali delle altre forze dell’ordine – dai carabinieri alla Polizia di Stato – si susseguivano in caserma a porgere le condoglianze.
Se in via Cadorna c’è la sede del soccorso alpino della Guardia di finanza, quella della struttura “civile” è a Camporosso, ma anche in questo caso si è preferito il silenzio. L’unico a parlare per tutti è stato Luca Onofrio, capostazione del gruppo di Cave del Predil del Soccorso alpino. Uno che li conosceva bene. «Erano due bravissimi alpinisti – spiega –. Tutto quello che si può dire di buono su di loro, anche come persone, va detto. Aggiungo che per me erano come due figli». A lui, a nome di tutti i soccorritori, si è poi unito Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. «Continueremo la nostra opera di soccorso e aiuto al prossimo – ha detto – anche in ricordo del loro prezioso contributo in questi anni di attività».
Pubblicato su Il Messaggero Veneto