Lutto cittadino per la morte del caposquadra della protezione civile, indagato il sindaco
E’ morto sabato 29 luglio durante un intervento effettuato con altri due volontari per rimuovere gli alberi caduti sulla pista forestale di Pozzis
PREONE. Bandiere a mezz’asta, bar e negozi chiusi. Preone si ferma, sabato 5 agosto, per l’ultimo saluto a Giuseppe De Paoli, il caposquadra del gruppo di Protezione civile morto sabato 29 luglio durante un intervento effettuato con altri due volontari per rimuovere gli alberi caduti sulla pista forestale di Pozzis, a confine fra il comune di Verzegnis e Preone.
I funerali saranno celebrati oggi, sabato, alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Preone. A proclamare il lutto cittadino è stato il sindaco Andrea Martinis.
«La scomparsa di Giuseppe De Paoli, persona stimata e impegnata nel volontariato, ha scosso il paese» commenta il primo cittadino facendosi interprete del dolore proprio e dell’intera comunità, ma tradendo l’amarezza per i risvolti giudiziari della vicenda.
Sull’accaduto, infatti, la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo che ipotizza il reato di omicidio colposo; a finire nel registro degli indagati, in qualità di responsabile di Protezione civile e del gruppo comunale di Protezione civile è stato proprio il primo cittadino che a De Paoli era legato da vincoli di stima e di amicizia.
A rappresentare il sindaco del Comune di Preone saranno gli avvocati Cesare Mainardis e Andrea Ghidina. «Si tratta, allo stato, di un atto dovuto – precisano gli avvocati –. L’area è sottoposta a sequestro e affidata in custodia al responsabile del Servizio patrimonio di Preone. Non intendiamo, allo stato, rilasciare alcuna dichiarazione» concludono.
Il sostituto procuratore Lucia Terzariol, titolare del fascicolo, ha disposto l’autopsia sulla salma, un accertamento che è stato effettuato per accertare le cause del decesso, l’area sulla quale si è verificato l’incidente è stata quindi sequestrata in attesa delle perizie affidate ai tecnici».
Giuseppe De Paoli era originario di quel borgo di Preone. Lì aveva vissuto. Aveva lavorato come vigile del fuoco e, una volta in pensione, aveva deciso di dedicarsi anima e corpo al gruppo di Protezione civile che, a Preone, conta una ventina di volontari.
La sua esperienza professionale lo aveva reso prezioso nelle sue mansioni di capogruppo, evidenzia il sindaco Andrea Martinis che, unendosi al dolore dei familiari, lo ricorda anche nel suo ruolo di consigliere comunale, che aveva rivestito per un mandato.
Come volontario, era sempre il primo a partire: così aveva fatto per il terremoto all’Aquila, in Emilia Romagna, sul fronte degli incendi al sud.
Il suo spirito altruistico lo aveva portato a impegnarsi anche con i donatori di sangue, fino a guidare la sezione.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto