Addio a 88 anni a Suarez, architetto della Grande Inter: fu il primo colpo di mercato
«Se non sapete cosa fare, date palla a Suarez». L’indicazione di Helenio Herrera ai giocatori dell'Inter era chiara: quando la palla scottava, doveva passare dai piedi di Luisito. L’architetto della Grande Inter vincente in Italia, in Europa e nel Mondo negli Anni 60 è scomparso ieri a 88 anni.
Giocatore di testa prima ancora che di piede, Suarez nella perfetta definizione dell’Inter è stato il «giocatore perfetto che, attraverso il suo talento, ha ispirato generazioni». Perché Luisito è stato uno dei primi registi moderni a centrocampo, nonché uno dei più grandi di sempre nel ruolo che poi è stato di big come Pirlo e Xavi, giusto per restare agli anni più recenti.
Non solo, divenne anche uno dei primi grandi colpi del mercato. Classe 1935, Suarez esordì con il Deportivo La Coruña, squadra della sua città, prima di passare nel 1954 Barcellona, dove, con Helenio Herrera in panchina, ha conquistato due campionati spagnoli e una Coppa delle Fiere, oltre al Pallone d’oro. La sua cessione fece scalpore, perché nel 1961 passò all’Inter di Angelo Moratti che spese 300 milioni di lire per assicurarsi le geometrie del centrocampista. Per capire la portata, i blaugrana utilizzarono i proventi per completare la costruzione del Camp Nou. A Milano ritrovò Herrera, ma soprattutto divenne perno centrale di una squadra passata alla storia.
Chiuse la carriera da giocatore alla Samp nel 1973. Appese le scarpette al chiodo, provò a trasmettere il suo calcio anche da allenatore, guidando Cagliari, Spal, Como e la nazionale spagnola, oltre all’Inter in tre diversi periodi: prima nel 1974-’75 poi nel 1992 e infine per alcuni mesi nel 1995. Entrando, poi, anche nella dirigenza con l’arrivo di Massimo Moratti alla guida del club.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto