Caso Liliana Resinovich, il gip riapre il caso e chiede nuove indagini: «Ci sono 25 punti da chiarire»
Il gip Luigi Dainotti ha accolto la richiesta di opposizione all'archiviazione presentata dai legali che tutelano i famigliari della vittima
Riaperto il caso sulla misteriosa morte di Liliana Resinovich. Il gip Luigi Dainotti ha accolto la richiesta di opposizione all'archiviazione presentata dai legali che tutelano i famigliari della vittima. L'ipotesi di reato è quella di omicidio volontario. Finora, invece, il fascicolo era aperto per sequestro di persona.
La decisione
Il giudice ha disposto, in 25 punti, nuove indagini, approfondimenti e consulenze in merito al caso di Liliana Resinovich, scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e il cui cadavere è stato ritrovato poco distante da casa il 5 gennaio successivo con la testa avvolta in due sacchetti di plastica e il corpo chiuso in due sacchi, infilati uno dall'alto e l'altro basso. Il cadavere fu trovato nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico cittadino.
I parenti della vittima avevano chiesto un proseguimento delle indagini, la Procura invece l'archiviazione.
Le parole del marito Sebastiano
Interpellato a caldo sulla decisione del Gip, il marito di Liliana, Sebastiano Visentin ha dichiarato – senza aver ancora preso visione delle disposizioni del gip -: “Bene che si ritenga di dover indagare ulteriormente, ma quello che mi disturberebbe, da un punto di vista emotivo, è un’eventuale riesumazione del cadavere di Liliana”.
I punti disposti dal Gip
Nuova consulenza medico legale con, se utile, riesumazione del cadavere; analisi di tutti gli account in uso a Liliana e di numerosi dispositivi digitali; verifica delle celle telefoniche dell'area del ritrovamento e analisi del traffico telefonico; analisi di tutti i dispositivi telefonici e account in uso alle persone vicine alla vittima, in particolare il marito Sebastiano Visintin e l'amico con il quale forse sarebbe andata a vivere, Claudio Sterpin.
Sono alcuni dei 25 punti che il Gip Luigi Dainotti indica come approfondimenti e consulenze da effettuare nell'ambito di questa seconda fase di indagine.
Tra l'altro il giudice chiede anche di effettuare un raffronto tra i Dna rinvenuti sulla bottiglietta e sugli slip di Liliana con il profilo genetico di varie persone attenzionate nelle indagini (Visintin; Sterpin; Fulvio Colavero, l'uomo che ha dato l'allarme sui social della scomparsa; Piergiorgio Visintin, figlio di Sebastiano). Il giudice inoltre ordina di effettuare esami comparativi tra l'impronta guantata e i guanti utilizzati dagli operatori per accertare o escludere l'intervento di terzi sui sacchi nei quali era chiuso il cadavere e di comparare la stessa impronta guantata con il guanto trovato nei pressi del corpo.
Andranno inoltre escusse varie persone in merito al ritrovamento della fede di Liliana e in merito alla disponibilità di somme contanti nell'abitazione della vittima e di suo marito.
Per quanto riguarda la consulenza medico legale, questa dovrà accertare le lesività riscontrate sul cadavere e verificare la fondatezza dell'ipotesi del congelamento o del raffreddamento del cadavere, individuando se possibile l'epoca della morte e inquadrando le circostanze del decesso.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto