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Bus precipita in una scarpata sull’A16, un morto e 14 feriti: s’indaga per omicidio stradale. Un passeggero: “Vivi per miracolo”

L’incidente sulla Napoli-Canosa. La vittima viaggiava su una delle vetture investite. Altre tre automobili coinvolte

Il tentativo di evitare alcune vetture ferme sulla carreggiata per un tamponamento. Poi l’impatto. «Uno schianto tremendo: in pochi secondi ci siamo ritrovati nella scarpata». Il bus verde quasi sospeso, incastrato nella vegetazione, e la fuga dei passeggeri, nel buio: «Siamo usciti uno per volta, strisciando pancia a terra». L’immagine di quei momenti nel racconto di chi era a bordo del Flixbus, precipitato in un burrone sull’A16 Napoli- Canosa. Stando alle prime ricostruzioni, l’autista – improvvisamente - si sarebbe ritrovato davanti una carambola tra auto. Per evitare di travolgerle, sarebbe finito fuori strada. Unica vittima un venditore ambulante di origine africana, alla guida proprio di una delle vetture. Con lui c’erano altri stranieri. Non è chiaro se l’uomo sia rimasto ucciso nel primo scontro o in quello, successivo, con il bus.

In totale una ventina i feriti, due sono in prognosi riservata. L’incidente si è verificato intorno alle 4, nella notte tra sabato e domenica, all’altezza di Vallesaccarda, in provincia di Avellino. E ora la procura di Benevento indaga per omicidio stradale colposo. Tutti i veicoli coinvolti sono stati sequestrati.

Il Flixbus, partito da Lecce, era diretto a Roma. A bordo erano in 40, inclusi i due autisti. E poi studenti, lavoratori, turisti e anche chi doveva raggiungere la capitale per il rinnovo del permesso di soggiorno. «Ho visto persone volare e poi cadere sopra altri passeggeri. Ho visto la morte con gli occhi». Domenico, ingegnere informatico barese, è ancora scosso. Dimenticare sarà difficile. Il guardrail sfondato, il salto nel vuoto, il pesante mezzo piegato su un fianco. Immobile, tra la carreggiata e il dirupo. Al punto che Biagio, uno dei passeggeri, commenta: «Miracolati», mentre sul suo profilo Facebook posta i video dei soccorsi. Finanziere salentino, era con suo figlio e la fidanzata. Hanno trovato un varco da un finestrino rotto. «All'interno scene di panico, abbiamo gattonato come soldati in trincea fino ad uscire dell'abitacolo».

L’impatto, subito dopo una curva. Il conducente del pullman, dopo essersi trovato di fronte le auto, avrebbe sterzato tentando una manovra disperata. Molti dormivano. «L’autista ha lanciato un grido, poi ha virato verso sinistra. C’è stato un testa coda prima di travolgere un’auto e finire nella scarpata». Siria, brindisina, era seduta davanti, racconta quei drammatici istanti. Viaggiava con sua mamma e il fratello: doveva sottoporsi a un intervento chirurgico. Per tutti e tre lievi contusioni.

Alcuni feriti sono stati trasportati in ospedale, altri hanno trovato le prime cure nella postazione di pronto soccorso allestita nella palestra di Grottaminarda. «Poteva essere una strage» dice un soccorritore. E il pensiero va a dieci anni fa quando, proprio in una domenica d’estate ad appena 80 chilometri dall’incidente di ieri, persero la vita 40 persone. Originarie di Pozzuoli, erano state in gita nei luoghi di Padre Pio. Il bus, a causa di un guasto ai freni, precipitò dal viadotto proprio su quel tratto di strada, nel territorio di Monteforte Irpino, sempre in provincia di Avellino. Fu l'incidente stradale più grave della storia italiana.

Pubblicato su Il Messaggero Veneto