Addio a Paolo Portoghesi, maestro dell’architettura corale e capofila del postmodernismo
Progettista, docente, teorico, aveva 92 anni. Mitico direttore della Biennale, progettò la moschea di Roma e la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno
È morto questa mattina nella sua leggendaria casa di Calcata dove viveva da molti anni l’architetto Paolo Portoghesi. Aveva 92 anni. Lucido sino all’ultimo istante della sua vita stava scrivendo un libro sulla bellezza. Tantissimi i suoi progetti, con i quali, fin dalla metà degli anni ‘60, anticipò il movimento Postmoderno, dal quale poi, negli ultimi anni si sarebbe distaccato, per esplorare altre idee e nuovi criteri, come quelli della Geoarchitettura.
Docente universitario, progettista di fama, teorico, Portoghesi è stato il principale esponente in Italia del Postmodernismo. Tra i suoi indimenticabili lavori, la moschea di Roma, Casa Papanice, sempre nella capitale, e la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno.
Nato a Roma, figlio di un ingegnere, cresciuto nel Rione Pigna, nel cuore della capitale barocca sua principale fonte d'ispirazione estetica, Portoghesi si iscrive nel 1950 nella facoltà di Architettura e, ancora studente, pubblica la prima monografia su Guarino Guarini e alcuni saggi su Francesco Borromini. Dopo lessersi laureato nel 1957, nel 1961 si iscrive al Partito Socialista e fece parte, durante la segreteria Craxi, dell'Assemblea nazionale.
Ha insegnato Storia della critica collaborando con Bruno Zevi alla realizzazione della imponente mostra su Michelangelo architetto. Nel 1964 fonda uno studio insieme all'ingegnere Vittorio Gigliotti con cui realizzerà la maggior parte dei progetti della sua carriera. Nel 1966 fondò la rivista Controspazio di cui rimarrà direttore fino al 1983; successivamente dirigerà il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica (1968) e le riviste Itaca (1977), Eupalino (1985/90), Materia (dal 1990) e Abitare la Terra (dal 2001).
La Via Novissima
Nel 1979 viene eletto direttore del settore Architettura della Biennale di Venezia. Nello stesso anno dà incarico ad Aldo Rossi di costruire il Teatro del Mondo su un natante ormeggiato nel bacino di San Marco, che veleggerà poi fino a Dubrovnik. Nel 1980 costruisce insieme a diciannove architetti tra i più famosi nel mondo (tra cui Robert Venturi, Charles Moore, Hans Hollein, Frank Gehry, Ricardo Bofill, Robert Stern, Franco Purini, Oswald Mathias Ungers e Paul Kleihus) la Via Novissima, una strada provvisoria che, dopo essere stata trasferita a Parigi, nella rotonda della Salpetriére, attraverserà l'oceano e sarà rimontata a San Francisco negli Stati Uniti. Dal 1983 al 1993 è stato presidente della Biennale di Venezia, mandato concluso con una mostra su Lo Spazio Sacro nelle tre religioni monoteiste, inaugurata a Venezia nell’autunno 1993 e trasferita poi a Monaco, Londra e Berlino.
Le opere
In tanti anni di carriera con una personalità poliedrica e impegni che hanno spaziato dal lavoro storico-critico alla progettazione, dall'insegnamento universitario alle cariche istituzionali (nel 1979 direttore architettura della Biennale di Venezia della quale poi è stato presidente dal 1983 al 1993), Portoghesi ha visto realizzati moltissimi dei suoi progetti, disegnando e costruendo di tutto in Italia e all’estero. L'elenco è lungo, dalla Casa Baldi del 1959 alla moschea di Roma, forse la sua opera piu' nota, passando per i complessi residenziali dell'Enel di Tarquinia, l’Accademia di Belle Arti dell'Aquila, il teatro di Catanzaro. Suo anche il restauro della piazza del Teatro alla Scala di Milano, mentre fra i lavori per l'estero ci sono residenze (Berlino), giardini (Montpellier), alberghi, fast food (Mosca), la moschea di Strasburgo. '«Dovendo scegliere tre che mi rappresentano, indicherei la chiesa della Sacra famiglia a Salerno (1974), la piccola chiesa di San Cornelio e Cipriano a Calcata (2009) e la moschea di Roma (1995)», spiegò lui anni fa in un'intervista. «Ma non solo, perché i progetti sono un po’ tutti figli, ogni tanto li vado a trovare».
Il parco di Villa Calcata
Tra il 1990 e il 2008, progettò il grande parco della sua Villa Calcata, in cui confluiscono tutte le forme più caratteristiche della sua architettura. Qui hanno sede anche il suo studio e la biblioteca personale, collocata in alcuni edifici ristrutturati. Applicando le teorie sulla decrescita di Serge Latouche, negli ultimi decenni Portoghesi definì la nuova corrente della Geoarchitettura, un’architettura umanistica ispirata a sette criteri fondamentali per il presente e il futuro: imparare dalla natura, confrontarsi con il luogo, imparare dalla storia, impegnarsi nell’innovazione, attingere alla coralità, tutelare gli equilibri naturali e contribuire alla riduzione dei consumi.
Studioso della cultura islamica
Vicino al mondo arabo e studioso della cultura islamica, negli anni Settanta progettò il Palazzo dei reali di Giordania ad Amman, l’aeroporto e il piano regolatore di Khartoum e successivamente, le Moschee di Roma (in collaborazione con Vittorio Gigliotti e l'architetto Sami Mousawi) e di Strasburgo. A Calcata ha progettato tra il 1990 e il 2008 il grande parco della sua villa in cui confluiscono tutte le forme tipiche dell'architettura di Portoghesi e che ospita anche la sede del suo studio e la vasta biblioteca personale, collocata in alcuni edifici ristrutturati.
La cattedrale di Lamezia Terme
La sua ultima opera è molto recente. Si tratta del complesso della nuova cattedrale di Lamezia Terme realizzata nel 2019, caratterizzato da un grande spazio collettivo a esedra che collega la chiesa con il municipio secondo un’antica tradizione europea. Su di esso confluisce il sagrato semicircolare compreso tra due porticati, simboli di accoglienza e di apertura.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto