Maltempo in Emilia-Romagna, otto morti e almeno quattro dispersi: al lavoro anche i volontari della nostra Protezione civile
Sessanta uomini della Pc del Friuli Venezia Giulia sono partiti per aiutare la popolazione colpita dall’ondata di maltempo: fiumi esondati, città chiuse e oltre 5 mila le persone evacuate
Sono partiti in sessanta dal Friuli per soccorrere e aiutare la popolazione dell’Emilia Romagna che in queste ore sta affrontando una grave emergenza maltempo. Sulla regione, infatti, è ancora allerta rossa e i sindaci dei comuni stanno chiedendo ai cittadini di rimanere a casa.
Drammatico il bilancio dell’alluvione con otto morti e quattro dispersi. Un primo morto è stato trovato nella notte a Forlì, viveva al piano terra di una casa invasa dall'acqua del vicino fiume Montone. Sempre a Forlì ritrovati morti un uomo e una donna dispersi. Un’altra vittima a Ronta di Cesena dove è stato trovato morto un 70enne: il corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco. Il terzo deceduto è stato trovato cadavere in spiaggia a Cesenatico, sul litorale di Zadina: risulta ancora dispersa la moglie. Una quarta vittima si registra in provincia di Ravenna, dove un’auto è stata sommersa dall’acqua. (Qui la diretta con tutte le notizie in aggiornamento)
L’aiuto dei volontari del Friuli Venezia Giulia
«Siamo stati allertati dal Dipartimento nazionale di Protezione civile tramite la Commissione speciale e ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto nella destinazione indicata, quella di Predappio – ha spiegato l’assessore regionale con delega alla Protezione civile del Fvg, Riccardo Riccardi –. Un gruppo di volontari e funzionari raggiungerà la località questa sera (ieri, per chi legge). Sappiamo di poter contare su uomini e donne preparati, che ringraziamo per aver dato la loro immediata disponibilità».
Le squadre si occuperanno di monitoraggio del territorio, anche in previsioni delle condizioni meteo avverse. Saranno impiegati in pulizia e messa in sicurezza di zona allagate. Il decreto per la partecipazione della Protezione civile Fvg per un’azione di supporto alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’emergenza idrometeorologica è stato firmato dal governatore Massimiliano Fedriga e dall’assessore regionale Riccardi.
La strumentazione nelle disponibilità della Colonna mobile regionale (Cmr) di Protezione civile conta: due pompe da 4. 800 l/min, mezzi movimento terra/ingombranti (tipo bobcat), mezzi fuoristrada e pulmini per trasporto persone (per supporto alle evacuazioni), mezzi di trasporto telonati e con pedana per distribuzione sacchi di sabbia, kit idraulici per pompaggio acqua e fango anche in interni, pompe da 40 l/s a 80 l/s, moduli lavaggio ambienti e strade (Aib e idropulitrici) e mezzo di supporto con autobotte per rifornimento moduli lavaggio.
Che cosa è successo
Dopo la lunga fase siccitosa che ha reso terreni e territori assolutamente impermeabili all’acqua, è stata sufficiente una fase di crudo maltempo per trasformare quegli stessi terreni che in altre occasioni avrebbero drenato le piogge in superfici simili all’asfalto.
«Era stato tutto ampiamente previsto – spiega Daniele Cat Berro, meteorologo della Smi, la Società meteorologica italiana – perché dopo un lungo periodo dominato dagli anticicloni è cambiata la circolazione atmosferica. L’Italia si è trovata bloccata al centro di un vero e proprio cuneo depressionario: è bastata un’alimentazione di correnti da Est/Nord Est per provocare questo disastro».
Le correnti autorigeneranti presenti nella circolazione depressionaria chiusa a riccio hanno fatto il resto: per una sorta di effetto sbarramento dovuto alla presenza degli Appennini, queste correnti hanno alimentato le piogge torrenziali. L’alto livello di umidità e i terreni che non drenavano l’acqua, hanno fatto il resto. I dati dicono che nell'arco di 24 ore si sono abbattute ben 16 nubifragi violenti sulla Romagna e 4 sulle Marche ma si sono registrate anche tempeste di vento e fulmini. Sono i dati dell'European Severe Weather Database (ESWD) che analizzano gli effetti dell'ondata anomala del maltempo che ha gonfiato i fiumi e provocato un’alluvione di portata storica.
Cosa succederà nelle prossime ore
Ancora 12 ore di forti precipitazioni, poi la tregua: la morsa di maltempo che ha duramente colpito l'Alto Adriatico, Romagna in primis, e il basso Tirreno, si allenterà solo tra poche ore, dopo altre piogge. Secondo le previsioni di Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it, sono attese intense precipitazioni in Emilia Romagna e Marche, ma anche tra Lazio, Campania e Calabria. Oltre alle piogge oggi avremo anche venti di burrasca, in particolare sui rilievi del Centro-Nord e sulle Isole Maggiori. E il ciclone porterà anche la neve sulle Alpi fino ai 1500 metri e con qualche fiocco fino ai 1200 metri. Domani il ciclone si allontanerà verso i Balcani con l'attenuazione delle piogge.
Cosa dobbiamo aspettarci
Una breve tregue a poi, nuovamente maltempo. Questa volta, però, l’epicentro sarà il Nord Ovest, segnatamente il Piemonte a ridosso della catena alpina. Sempre Cat Berro: «Il paese si troverà ancora al centro del cuneo depressionario e una seconda profonda depressione colpirà il Nord Ovest nel fine settimana».
I quantitativi di pioggia, a quattro giorni dal peggioramento, sono ancora incerti. «Ci sono modelli matematici che intravedono precipitazioni con punte massime di 250 millimetri, che sono tantissimi. Il problema, invece, è che altri modelli prevedono punte di 400 millimetri. Se si dovesse verificare questa seconda ipotesi, sarebbero seri problemi».
Il rischio alluvione, nelle zone più colpite dai fenomeni intensi, può essere elevato. Le aree più interessate sono quelle piemontesi: Valli di lanzo, Canavese, Piemonte Nord e tutta la fascia che dal Monviso va al Cuneese. Meno a rischio, questa volta, la Liguria, territorio spesso soggetto ad alluvioni e frane. «In questa regione le piogge saranno più clementi».
Quando finirà tutto? Intorno a metà della prossima settimana. «Ma siamo oltre gli otto giorni, troppo in là» chiude Cat Berro.
Pubblicato su Il Messaggero Veneto