Giulio e l’orrore nella cella 13, il racconto di un testimone: «Torturato con lame e mazze, l'avevano legato con le catene»
C’era un corpo all’obitorio del Cairo il 4 febbraio 2016, un giovedì assolato. Rotto. Sette costole fratturate, cinque denti mancanti, gambe, braccia, scapole, tutte le dita di mani e piedi ridotte a ossa scomposte. La madre lo riconobbe dal naso e disse di aver visto su quel volto «tutto il male del mondo».
L'INCHIESTA. Giulio Regeni seviziato e torturato per giorni nella stanza 13: “Sul corpo aveva i segni delle catene”. Indagati quattro 007 egiziani
L’assassino di Giulio Regeni...
Pubblicato su Il Messaggero Veneto