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Chiese in Provincia di Gorizia - città di : Chiesa del Sacro Cuore di Maria
Chiesa del Sacro Cuore di Maria
S. Cuore di Maria
Dettagli
La chiesetta della Mainizza fu costruita nel corso del XVI secolo su resti di strutture di epoca romana. Non vi sono fonti scritte in merito all’evoluzione storica dell’edificio; si può presupporre un rifacimento settecentesco e l’aggiunta posteriore del pronao. La chiesa nel suo aspetto attuale è frutto della ricostruzione effettuata negli anni Venti in seguito alla distruzione dell’edifico originario durante la prima guerra mondiale. Tra la metà dell’Ottocento ed il Novecento fu cambiata l’intitolazione, dall’originaria Beata Vergine Maria al Sacro Cuore di Maria. Alla fine del secolo scorso fu effettuato un intervento di restauro generale dell’edificio accompagnato da una campagna di scavo archeologico che ha interessato l’intera area su cui sorge la chiesa.
Preesistenze
Nella chiesa del Sacro Cuore di Maria e nelle sue vicinanze furono rinvenuti numerosi materiali di epoca romana che comprendono sia resti murari, materiali epigrafici, steli funerarie ma anche monete e oggetti personali quali monili, orecchini e fibule. L’area dove sorge la chiesetta della Mainizza si trova a breve distanza dal corso del fiume Isonzo (attualmente, in seguito ad uno spostamento del letto del fiume registrato negli anni Sessanta, dista un centinaio di metri, in precedenza la distanza era minore) e in epoca romana vi transitava una delle principali arterie del sistema viario che faceva capo a Aquileia che, passando sul Pons Sontii (demolito probabilmente già nel III secolo dagli Aquileiesi), costituiva la più importante via di collegamento tra l’Italia ed i territori danubiani. I reperti venuti alla luce testimoniano che quest’area fu frequentata a partire dal I secolo d.C. fino al V secolo; essi sono riferibili ad aree sepolcrali da mettere in relazione appunto con il passaggio della via in direzione di Aquileia. Gli scavi effettuati nel corso dello scorso secolo, a partire da quello condotto nel 1933 da F. Dreossi, fecero emergere inoltre i resti murari di una struttura insediativa attribuibile ad una mansio. Il complesso era molto ampio e articolato, costituito da una pianta rettangolare dalle ingenti dimensioni con annesse tre absidi semicircolari in cui trovavano posto delle vasche da bagno; questa planimetria fa supporre ad uno stabilimento balneare romano con i locali destinati al calidarium, al tepidarium e al frigidarium ubicati nelle absidi. È stata inoltre scoperta una base in cocciopesto a sostegno di una decorazione musiva, stando ad alcune tessere ritrovate. L'insediamento era poi arricchito da bagni, un albergo, stalle per gli animali. Fra i materiali rinvenuti nella chiesetta, almeno fino al 1880, risultava murato un rilievo raffigurante una divinità fluviale; questo potrebbe collegarsi alla presenza nei pressi o nello stesso sito della chiesa, di una piccola ara votiva, databile tra la fine del II secolo d.C. e l’inizio del III e scoperta nel 1923; il tempietto reca una dedica del primipilo L. Barbio Montano all’Aesontium, attestando l’antico nome del fiume e l’esistenza di un’area di culto al dio Aesu (da cui il fiume trasse il nome), di origine gallica e corrispondente al dio Mercurio, protettore dei commercianti e pellegrini, presente in prossimità di un luogo rilevante quale il ponte che ne attraversava il corso. I reperti lapidei ritrovati per molti anni furono lasciati addossati alla chiesetta e solo recentemente sono stati traslati al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e in parte al Museo di Documentazione della Civiltà Contadina Friulana di Colmello di Grotta.
Impianto planimetrico
La chiesa insiste su uno spazio aperto erboso rialzato dalla quota della strada, delimitato su due lati da un muretto in pietra chiuso da un cancello in ferro, sui restanti due da un filare di cipressi. L’edificio è orientato ad Est e presenta una configurazione planimetrica molto semplice consistente in un’unica navata longitudinale e in un presbiterio a base quasi quadrata. A sinistra del presbiterio vi è la sacrestia. Le
I (?) - II (?) (preesistenza intero bene)
Esistenza di strutture di epoca romana; nei pressi dell’area su cui sorge la chiesa furono rinvenuti reperti riferibili ad una necropoli e resti murari di un edificio rettangolare con tre absidi che potrebbe riferirsi ad un complesso termale.
XVI (?) - XVI (?) (preesistenza intero bene)
Edificazione della primitiva chiesetta, originariamente dedicata alla Beata Vergine Maria, su un fondo denominato “Spirito Santo”.
XVII - XVII (preesistenza intero bene)
Rifacimento della chiesa che gli conferì l’aspetto che conservò fino alla prima guerra mondiale.
1923 - 1923 (costruzione intero bene)
Ricostruzione della chiesetta, mantenendo l’impianto della precedente, distrutta durante la prima guerra mondiale.
1999 - 1999 (restauro intero bene)
Restauro generale dell’edificio. In particolare fu ripassato il tetto, con la posa in opera di una guaina impermeabilizzante, furono sostituite le lattonerie e furono rifatti gli intonaci (fu tolto l’intonaco esterno e lasciata la pietra a vista sui fianchi e sul retro dell’edificio) e le pitturazioni. Anche l’interno fu pulito e ritinteggiato.
Cimiteri a GORIZIA
Onoranze funebri a GORIZIA
