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Chiese in Provincia di Gorizia - città di : Chiesa di Santo Stefano Protomartire

Chiesa di Santo Stefano Protomartire
S. Stefano antica

GORIZIA
Piazza Santo Stefano - Ronchi dei Legionari (GO)
Culto: Cattolico
Diocesi: Gorizia
Tipologia: chiesa
La vecchia chiesa di Santo Stefano ha origine in epoca medievale e, in base alla datazione del più antico ciclo di affreschi, si fa risalire alla fine del Trecento. L’edificio raggiunse il suo aspetto attuale a metà del Cinquecento - probabilmente a seguito di un incendio - grazie ad un importante intervento di ampliamento e rinnovamento delle strutture e delle pitture interne, in seguito al quale la chiesa fu consacrata; nel corso dell’Ottocento fu completata con la collocazione del nuovo... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La vecchia chiesa di Santo Stefano ha origine in epoca medievale e, in base alla datazione del più antico ciclo di affreschi, si fa risalire alla fine del Trecento. L’edificio raggiunse il suo aspetto attuale a metà del Cinquecento - probabilmente a seguito di un incendio - grazie ad un importante intervento di ampliamento e rinnovamento delle strutture e delle pitture interne, in seguito al quale la chiesa fu consacrata; nel corso dell’Ottocento fu completata con la collocazione del nuovo altare maggiore marmoreo e di quelli laterali posti nelle nicchie appositamente create. Opera di matrice popolare, la chiesa risponde ad una tipologia di chiesette campestri che a partire dal Tredicesimo secolo si diffusero sul territorio; composte da una navata longitudinale e da un presbiterio affiancato da una piccola sacrestia, presentavano un campanile di tipo a vela solitamente sopra la facciata ed esternamente erano circondate da un’area cimiteriale chiusa da un muretto, la cui presenza è stata attestata anche a Vermegliano fino all’Ottocento. L’intervento di restauro degli anni Ottanta del secolo scorso portò in luce diversi cicli di affreschi che fin dalle origini decoravano le pareti della chiesa.

Impianto planimetrico

La chiesa si affaccia sulla piazza del paese; un muretto con pilastrini e recinzione metallica - fino agli anni Ottanta chiuso da un cancello in ferro - delimita un modesto sagrato. L’edificio, orientato ad Est, presenta una configurazione planimetrica molto semplice che comprende una navata longitudinale, con due nicchie rettangolari contrapposte, esternamente preceduta da un pronao rettangolare della stessa larghezza del corpo della chiesa, chiuso sui fianchi; il presbiterio, a base quasi quadrata è concluso sul fondo da un’abside triangolare. Sul lato destro del presbiterio vi è un vano rettangolare adibito a sacrestia. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 19,88 ml; larghezza 5,28 ml; altezza navata - catena di capriata 4,92 ml; altezza navata - colmo sottotrave 6,16 ml.

Strutture verticali

Tutte le murature sono in pietrame, intonacate e tinteggiate di color ocra. La facciata principale a capanna è nascosta dal pronao - di larghezza pari alla facciata, ma un po’ più basso - chiuso lateralmente da due muri a tutt’altezza e coperto da una struttura a tre falde con manto esterno in coppi ed all’intradosso la struttura lignea ed il sottomanto in tavelle di cotto a vista: sui due angoli esterni, sopra la copertura, si elevano due cippi lapidei che sorreggono una croce in ferro. Al centro della facciata si apre il portale d’ingresso rettangolare, inquadrato in pietra e sormontato da un architrave sagomato che porta incisa la data del primo rifacimento della chiesa del 1558; sopra vi è un lacerto di affresco, di cui si conserva la parte inferiore che mostra al centro un piedistallo con l’iscrizione S. STEPHANE / ORA PRO NOBIS / 1875, affiancato da decorazioni di color oro, a motivi mistilinei conclusi da due girali vegetali: sopra al piedistallo si elevava una figura monocromatica di cui si conservano solo i piedi. Il portale è affiancato da due strette finestre ad arco, anch’esse inquadrate in pietra, protette esternamente da un’inferriata. Ai lati del portale fuoriescono dalla facciata i pilastri che sorreggono il campaniletto a vela con bifora che si erge sopra la facciata. Una semplice cornice a sezione concava evidenzia l’attacco della copertura ai lati del campaniletto, proseguendo lateralmente sotto la linea di gronda lungo l’intero perimetro dell’edificio. Le facciate laterali presentano delle sporgenze dettate dalle nicchie interne, di cui quella sul fianco sinistro mostra un’ulteriore sporgenza pensile dovuta alla nicchia con la statua interna, e dalla sacrestia annessa; su entrambi i fianchi vi si apre una mezzaluna in corrispondenza della navata ed una nel presbiterio.

Coperture

La copertura della chiesa è a falde - due nella navata e nel presbiterio, tre nell’abside, nel pron

XIV (?) - XV (?) (costruzione intero bene)

Costruzione di una chiesetta di piccole dimensione. La datazione è stata dedotta da alcuni frammenti di affreschi rinvenuti durante il restauro degli anni Ottanta dello scorso secolo appartenenti a questa fase.

XV - XV (decorazione interno della chiesa)

Esecuzione di due cicli di affreschi, realizzati in due fasi successive, uno nella prima metà del secolo ed uno nella seconda, che interessarono rispettivamente i fianchi della navata e l’attuale muro dell’arco santo.

1558 - 1558 (rifacimento ed ampliamento intero bene)

Lavori di rifacimento della primitiva chiesetta: la chiesa fu ampliata con la costruzione del presbiterio e l’allungamento della navata nella parte posteriore - si veda la data incisa sull’architrave del portale d’ingresso. Alla fine dei lavori la chiesa fu consacrata.

1558 - 1600 (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione di due affreschi nei fianchi della navata, di cui non si conosce l’autore.

1576 - 1576 (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione degli affreschi che ricoprono l’arco santo, attribuiti al pittore udinese Sebastiano Secante il Vecchio.

1660 - 1660 (fonte intero bene)

Dalle relazione della visita apostolica del patriarca di Aquileia Giovanni Delfino si evince che la chiesa, oltre all’altare maggiore dedicato a Santo Stefano, era dotata di un altare in cornu evangelii dedicato a Sant’Antonio Abate.

inizio XIX - inizio XIX (rifacimento intero bene)

Rinnovamento della chiesa che include l’apertura di due nicchie per la collocazione degli altari laterali, l’allargamento dell’arco santo - intaccando parte degli affreschi che lo decoravano -, la stesura di un nuovo strato d’intonaco sulle pareti interne lasciato bianco e la realizzazione del nuovo campaniletto a vela.

1810 - 1810 (completamento interno della chiesa)

Collocazione del nuovo altare maggiore, attribuito a Pasquale Lazzarini, acquistato da un’altra chiesa e portato a Vermegliano con qualche rimaneggiamento.

1875 - 1875 (decorazione intero bene)

Esecuzione di pitture decorative e di abbellimento della chiesa, sia all’interno che in facciata; all’interno erano state dipinte delle nuove croci di consacrazione colorate in blu ed ocra, cancellate durante l’ultimo restauro.

1883 - 1883 (completamento interno della chiesa)

Realizzazione dell’altare dedicato a San Valentino, ad opera degli scalpellini Augusto Saranz di Vermegliano e Lorenzo Braulin di Ronchi. Collocazione dell’altare della Madonna del Rosario, anch’esso opera ottocentesca, sostituendo l’originario altare di Sant’Antonio Abate e modificandone l’intitolazione.

1905 - 1905 (rifacimento intero bene)

Tamponamento del fronte del pronao, con la realizzazione di una facciata a tre fornici ad arco a tutto sesto.

1981 - 1982 (restauro intero bene)

Restauro generale dell’edificio, eseguiti dall’impresa edile di Mario Garzoni, su progetto dell’architetto Giancarlo Marchi. L’intervento consistette nel consolidamento delle murature, nel rifacimento delle malte interne ed esterne e nel rifacimento del tetto; la struttura del pronao fu riportata al suo aspetto originale, demolendo la facciata che era stata aggiunta all’inizio del secolo. Nell’occasione, sotto la direzione dell’ispettore onorario della Soprintendenza Silvio Domini, furono provinate le malte e gli intonaci interni, riportando in luce, sotto diversi strati di calce e malta, diversi brani di affresco risalenti ad epoche successive, di cui una prima esistenza era stata scoperta negli anni Cinquanta da don Giovanni Battista Falzari. Durante questi lavori vennero scoperte diverse finestre e nicchie murate nel corso del tempo ed alcuni elementi costruttivi che permisero di ricostruire l’evoluzione storica dell’edificio. A fine lavori, il 24 ottobre 1982 la chiesa fu benedetta

1981 - 1982 (restauro interno della chiesa)

Intervento di restauro degli affreschi della chiesetta, sotto la direzione dapprima della do

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