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Chiese in Provincia di Gorizia - città di : Chiesa di Santa Maria Regina dei Popoli

Chiesa di Santa Maria Regina dei Popoli
S. Maria Regina dei Popoli

GORIZIA
Mossa (GO)
Culto: Cattolico
Diocesi: Gorizia
Tipologia: chiesa
L’attuale chiesetta di Santa Maria Regina dei Popoli ad oggi si presenta nel suo impianto settecentesco. Inizialmente dedicata a Santa Maria, senza aggettivazioni, successivamente è conosciuta anche con l’intitolazione a San Marco e dagli anni Novanta il titolo è stato ampliato a Santa Maria Regina dei Popoli. La chiesa ha origini molto antiche che potrebbero risalire al X secolo anche se le fonti scritte in cui è citata sono del 1399. Lo scavo archeologico che ha preceduto i lavori di... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

L’attuale chiesetta di Santa Maria Regina dei Popoli ad oggi si presenta nel suo impianto settecentesco. Inizialmente dedicata a Santa Maria, senza aggettivazioni, successivamente è conosciuta anche con l’intitolazione a San Marco e dagli anni Novanta il titolo è stato ampliato a Santa Maria Regina dei Popoli. La chiesa ha origini molto antiche che potrebbero risalire al X secolo anche se le fonti scritte in cui è citata sono del 1399. Lo scavo archeologico che ha preceduto i lavori di restauro degli anni Novanta ha riconosciuto tre fasi costruttive dell’edificio precedenti il rifacimento settecentesco. Alla prima fase corrisponde un impianto di dimensioni ridotte (6 di larghezza per 9 metri di lunghezza) a una sola aula rettangolare conclusa ad Est da un’abside semicircolare edificato su i resti di un rustico preesistente. A questo edificio, ai primi decenni del Quattrocento - in base al ritrovamento di una moneta di quell’epoca nello strato preparatorio per la messa in opera della pavimentazione in ammattonato dell’aula) fu modificata l’abside che divenne rettangolare (con dimensioni di 3,60 metri per 2,20) inglobando la precedente semicircolare e l’aula fu ampliata di circa un metro sul fronte principale. Un’ulteriore trasformazione fu apportata nel corso del Cinquecento: l’abside fu ampliata raggiungendo la stessa larghezza della navata pari a 4,70 metri e sul fondo fu risolta con soluzione poligonale; esternamente fu costruito un portico che precedeva la navata. È questa la chiesa che è citata nelle relazioni delle visite apostoliche dell’abate di Moggio, Bartolomeo da Porcia, nel 1570 e di Francesco Barbaro nel 1593, da cui emerge che era dotata di un altare dedicato alla Santissima Vergine, con statua lignea - attualmente conservata nella parrocchiale e sull’altare a Preval se ne conserva una copia - ed un altro altare era collocato nel portico; sopra alla facciata si ergeva un campaniletto a vela con due campane ed esternamente era circondata dal cimitero. Per volontà del barone Agostino Codelli nel corso del Settecento la chiesa fu allungata, comprendendo il portico, ed innalzata raggiungendo le dimensioni attuali; dalla visita dell’arcivescovo di Gorizia, Carlo Michele d’Attems, nel 1753 la chiesa risultava ospitare tre altari - oltre al maggiore vi erano quelli di San Marco Evangelista e San Giuseppe - e dotata di pulpito. Nel corso delle due guerre mondiali la chiesa subì ingenti danni; restaurata alla fine degli anni Venti, dopo la Seconda Guerra rimase in uno stato di abbandono per circa cinquant’anni: fu ridotta ad un’edicola costituita dallo spazio presbiterale, chiuso in corrispondenza dell’arco santo, mentre della precedente navata, scoperchiata, rimasero dei brandelli di muro ridotti in altezza. Negli anni Novanta la chiesa fu restaurata sull’aspetto di quella settecentesca, dotata di impianti tecnici ed in seguito riconsacrata e riaperta al pubblico culto. Nell’ultimo anno è stata oggetto di un intervento di ritinteggiatura degli esterni e di sostituzione delle lattonerie.

Preesistenze

Gli scavi archeologici del 1993 hanno portato in luce una quantità di materiale laterizio, come mattoni ed embrici, di epoca romana reimpiegato nelle murature e nella pavimentazione della prima fase della chiesetta; questo testimonia la preesistenza di strutture romane, anche se non ne è stata riconosciuta la tipologia.

Impianto planimetrico

La chiesa è inserita in un contesto agreste. L’edificio è orientato ad Est-Sud Est e presenta una configurazione planimetrica molto semplice: si compone di un’unica navata rettangolare e di un presbiterio a base rettangolare concluso da un’abside poligonale. Sulla destra del presbiterio c’è un vano rettangolare adibito a sacrestia, a cui è annesso anche un servizio igienico promiscuo. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 19,94 ml; larghezza 7,55 ml, altezza capriata - catena 7,33 ml e altezza capriata - colmo sotto trave 9,06 ml.

Strutture verticali

Tutte l

XIII - XIII (preesistenza intero bene)

Esistenza di un edificio rustico, non ancora adibito al culto, su cui in seguito fu fondata la primitiva chiesetta.

XIII - XIV (costruzione intero bene)

Edificazione della primitiva chiesetta, costituita da un’aula rettangolare conclusa da un’abside semircircolare.

1399 - 1399 (fonte intero bene)

Prima fonte scritta presente in un atto notarile che riporta oblazioni di natura testamentaria a beneficio della chiesa di Santa Maria.

inizio XV - inizio XV (rifacimento ed ampliamento intero bene)

Ampliamento della chiesetta, con la realizzazione di un presbiterio rettangolare che inglobava la precedente abside e un allargamento di un metro sul lato occidentale.

inizio XVI - inizio XVI (rifacimento ed ampliamento intero bene)

Ampliamento della chiesetta, portando la larghezza del presbiterio uguale a quella della navata, realizzando un’abside poligonale a conclusione dello stesso e costruendo un portico che precede la navata.

XVIII - XVIII (rifacimento ed ampliamento intero bene)

Intervento di rifacimento, per volontà dei Codelli. Tutti i muri furono innalzati; fu mantenuta la pianta della parte presbiterale con l’abside, invece la navata fu ampliata inglobando il precedente portico. Inoltre fu costruita la sacrestia. A partire da quest’epoca la chiesa fu denominata più comunemente anche con l’intitolazione a San Marco.

1928 - 1928 (restauro intero bene)

La chiesa fu restaurata in seguito ai danni della prima guerra mondiale e riaperta al culto dal rev. don Pividor.

1993 - 1993 (scavi archeologici intero bene)

Campagna di scavi archeologici che interessano l’interno della chiesa sotto la direzione della dott.ssa Franca Maselli Scotti.

1993 - 1995 (restauro intero bene)

Intervento di recupero e di restauro generale dell’edificio su progetto dell’architetto Lino Visintin - si veda lapide murata nel fianco sinistro della navata nei pressi dell’ingresso.

1995 - 1995 (consacrazione ed intitolazione intero bene)

Consacrazione della chiesa impartita dall’arcivescovo di Gorizia Antonio Vitale Bommarco il 14 maggio 1995 con la nuova intitolazione a Santa Maria Regina dei Popoli (che ricevette l’incoronazione dal papa Giovanni Paolo II - si veda lapide murata nel fianco sinistro della navata nei pressi dell’ingresso). La chiesa fu inoltre elevata a santuario diocesano.

2013 - 2013 (manutenzione ordinaria intero bene)

Ripitturazione della facciata e collocazione di nuove grondaie, pluviali e lattonerie.

Mappa

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