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Chiese in Provincia di Udine - città di : Chiesa di San Martino Vescovo

Chiesa di San Martino Vescovo
S. Martino Vescovo

UDINE
Via A. Gramsci - San Martino, Terzo d'Aquileia (UD)
Culto: Cattolico
Diocesi: Gorizia
Tipologia: chiesa
La chiesa di San Martino di Terzo ha origini molto antiche che potrebbero risalire anche all’XI secolo. Nacque come chiesa pievanale dipendente dal Monastero delle Benedettine di Aquileia, ruolo che mantenne fino alla chiusura della chiesa stessa per ordine dell’imperatore Francesco II nel 1788. Non vi sono fonti in merito ai primitivi sviluppi della chiesa, probabilmente si trattava di un edificio ad aula, orientato, concluso da un’abside; sono tuttora conservati due cicli d’affreschi... Leggi tutto
Fonte: BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web

Dettagli

La chiesa di San Martino di Terzo ha origini molto antiche che potrebbero risalire anche all’XI secolo. Nacque come chiesa pievanale dipendente dal Monastero delle Benedettine di Aquileia, ruolo che mantenne fino alla chiusura della chiesa stessa per ordine dell’imperatore Francesco II nel 1788. Non vi sono fonti in merito ai primitivi sviluppi della chiesa, probabilmente si trattava di un edificio ad aula, orientato, concluso da un’abside; sono tuttora conservati due cicli d’affreschi risalenti al XIII e XIV secolo. Alla fine del Quattrocento è stato costruito il presbiterio ed in seguito la chiesa fu nuovamente affrescata. Nella relazione della visita apostolica dell’abate Bartolomeo da Porcia viene notato che nel 1570 vi era l’altare maggiore dedicato al santo titolare della chiesa, ligneo con pala e figure lignee scolpite; vi erano inoltre gli altari di San Dionisio in cornu evangelii e sempre sul fianco sinistro quello di San Giacomo apostolo, sul fianco destro invece l’altare di San Lorenzo in cornu epistolae e quello di Santa Maria; la facciata era sormontata da un campaniletto a vela con due campane ed esternamente era circondata dal cimitero chiuso da un muretto. Tra Sei e Settecento la chiesa fu ampliata e sopraelevata; nella relazione della visita apostolica del 1758 vengono citati solo due altari laterali, quello in cornu evangelii dedicato a Santa Maria della Neve e San Dionigi l’Areopagita, quello in cornu epistolae a San Lorenzo. In seguito al rifacimento della facciata si rese necessaria la costruzione di un nuovo campanile: non vi sono notizie certe ma probabilmente l’attuale torre fu elevata nel corso del Settecento. La chiesa rimase chiusa dalla fine del Settecento agli anni Quaranta del Novecento; durante questo periodo, a inizio Novecento, furono scoperti gli affreschi. In seguito fu restaurata una prima volta nel 1946 in occasione della riapertura ed in seguito nel 1973; l’apparato pittorico fu oggetto di un restauro anche nel 1992.

Impianto planimetrico

La chiesa si colloca su un terreno leggermente rialzato rispetto alla quota della strada, delimitato da un muretto in pietra con portale chiuso da cancelletto in ferro; vi è un altro accesso costituito da una rampa in leggera pendenza che dalla strada porta all’ingresso principale. L’edificio è orientato ad Est e presenta una configurazione planimetrica molto semplice: si compone di un’unica navata longitudinale, con una nicchia absidata sul fianco sinistro verso l’ingresso ed una quadrangolare sul lato destro, e di un presbiterio quasi quadrato, concluso sul fondo da un’abside pentagonale. Addossata al corpo della chiesa sul lato destro, tra il presbiterio e la navata, vi è la sacrestia. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 19,20 ml (solo navata); larghezza 8,90 ml, altezza navata - colmo sotto trave 7,20 ml e altezza navata - catena di capriata 4,02 ml.

Strutture verticali

Tutte le murature sono in pietrame; mentre la navata è intonacata e tinteggiata color crema, il presbiterio presenta un paramento di mattoni a vista, arricchito con archetti ciechi alti e stretti ed una cornice a dente di sega che corre sotto l’attacco della copertura. La facciata principale a capanna è liscia: l’unica modanatura è dettata dalla cornice del frontone; al centro si apre il portale d’ingresso, inquadrato in pietra e sormontato da un architrave protetto da una breve mensola, lateralmente due finestre ad arco e sopra al portale un occhio circolare. Sopra al portale, a destra, è immurata una lapide in cui è ricordata la soppressione della chiesa nel 1788 e la sua riapertura al culto avvenuta il 1.o gennaio 1944. Le facciate laterali sono anch’esse lisce, ad eccezione delle sporgenze dettate dalla cappella quadrangolare e dalla sacrestia sul fianco destro e della nicchia absidata su quello sinistro; sul lato meridionale si aprono due feritoie di epoca medievale, una mezzaluna rinascimentale ed un accesso secondario definito seriormente da un arco in

XI (?) - XI (?) (costruzione intero bene)

Si presuppone già l’esistenza di una chiesetta pievanale con il titolo di San Martino.

XIII - XIII (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione degli affreschi, di cui oggi si conservano ancora due brani sul fianco sinistro della navata.

XIV - XIV (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione di un nuovo ciclo di affreschi, di cui oggi si conservano ancora due brani sul fianco sinistro della navata ed altri due che dal fianco sinistro sono stati spostati sul fianco destro nel restauro del 1992.

XV - XVI (decorazione interno della chiesa)

Realizzazione di un nuovo ciclo di affreschi, che corrisponde agli attuali affreschi del fianco destro nella cappella della Madonna, dell’arco trionfale, al presbiterio e all’abside.

fine XV - fine XV (rifacimento intero bene)

Realizzazione del nuovo presbiterio, in sostituzione del precedente di dimensioni ridotte e costituito solamente dall’abside.

1687 - 1693 (completamento interno della chiesa)

Realizzazione dell’altare maggiore in marmo, quando era parroco Mons. Leonardo Rinaldis. La mensa è riferibile alla bottega dei Pacassi di Gorizia, il tabernacolo è opera di Andrea Cavalieri di Venezia.

fine XVII - inizio XVI (ampliamento e rifacimento intero bene )

Ampliamento della chiesa, con l’allungamento e la sopraelevazione della navata; realizzazione di nuove aperture e copertura degli affreschi parietali.

1696 - 1697 (completamento interno della chiesa)

Realizzazione dell’altare in cornu evangelii, oggi dedicato al Santissimo Sacramento, e dell’altare in cornu evangelii, dedicato a San Dionigi. Di questi altari si è conservata solo la mensa mentre le alzate sono state smantellate nel 1951.

XVIII - XVIII (ampliamento intero bene)

Costruzione della sacrestia.

XVIII (?) - XVIII (?) (costruzione esterno della chiesa)

Erezione della torre campanaria.

fine XIX - fine XIX (rifacimento esterno della chiesa)

Realizzazione della nuova copertura della torre campanaria, costituita da un tamburo ottagonale con copertura a falde.

1913 - 1926 (restauro interno della chiesa)

Gli affreschi parietali, nascosti dallo strato di intonaco per due secoli, furono scoperti da don Giovanni Evangelista Bressan, riportati in luce e restaurati.

1944 - 1946 (rifacimento e restauro interno della chiesa)

In seguito alla riapertura al culto avvenuta nel 1944 con contestuale rielevazione a parrocchiale, fu attuata una serie di interventi di rifacimento e sistemazione della chiesa, tra cui l’abbassamento del piano presbiterale e la rimozione della tomba dei sacerdoti che si trovava sotto il pavimento del presbiterio, la rimozione di un mantile marmoreo che si trovava sulla parete dell’abside. In quest’occasione furono anche restaurati gli affreschi del presbiterio ad opera di Leopoldo Perco.

1973 - 1973 (ristrutturazione intero bene)

Intervento di ristrutturazione in cui sono state modificate le aperture della facciata (le finestre quadrate con grata ai lati sono state sostituite con due finestre ad arco e la mezzaluna centrale con un occhio circolare) e ripristinata la porta laterale cinquecentesca, chiudendo quella realizzata nei lavori tra Sei e Settecento; le murature furono sanate dall’umidità e fu realizzata la nuova pavimentazione; fu inoltre demolito il campaniletto a vela che si ergeva sopra la facciata.

1992 - 1992 (restauro intero bene)

Intervento di restauro generale dell’edificio, che comprese sia l’edificio che l’apparato pittorico.

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